I progetti sono i veri assassini della didattica, perché la annullano e la disintegrano a favore di un metodo di insegnamento frivolo, vuoto, insignificante.
I progetti annullano alla didattica e molti si rivelano vuoti di contenuti che disorientano gli alunni, i quali termine del ciclo scolastico hanno la testa più confusa, più disorientati e hanno perso la bussola del sapere.
Insomma nel fare una miriade di progetti spesso senza alcuna ricaduta positiva gli alunni si sentono più ignoranti e stiamo assistendo con una caterva di progetti di tutte le specie ad un processo di analfabetismo di ritorno.
Oggi come oggi, sia che nella scuola che nell’Università non si fa più didattica: questa parola è diventata ormai fuori luogo nel campo dell’istruzione e della formazione. A fare didattica oggi si fa peccato, meglio un progettificio!
Con questo oceano di progetti, i nostri alunni si perdono non sanno più coniugare i verbi, non sanno leggere, non sanno scrivere una frase semplice, non conoscono le regole elementari le la scuola di oggi che fa: continua a fare un mare di progetti che non accrescono affatto le abilità linguistiche e comunicative ma stanno solo affossando la scuola facendole perdere sempre più i suoi connotati di luogo di crescita e di conoscenze.
E poi ci si riempie la bocca con la parola magica delle “competenze”, senza sapere che sono basilari le conoscenze, perché se una persona non sa che competenze può avere? Ed ecco che vengono sfornati quintali di progetti, che devono andare a giustificare le competenze sulle quali si scrivono quintali di pagine, articoli.
Nella scuola di ieri non esistevano i progetti e gli alunni uscivano più preparati. Nella scuola di oggi con i progetti escono più analfabeti. Perché? Perché è stata uccisa la didattica. abolita, messa da parte, perché sapeva di vecchio, di antico, di non moderno.
Mi sapete spiegare come mai la riforma Gentile del 1923 è stata ottima per settanta anni ed ha funzionato preparando alla vita generazioni di studenti, studenti cioè che sono usciti veramente preparati e competenti che sono protagonisti indiscussi della sociale, culturale, politica ed economica del Paese?
La scuola aveva bisogno di una riforma strutturale, aveva bisogno di rafforzare le conoscenze che stavano diventando sempre più labili ed evanescenti. Tutte le riforme, da quella gentiliana in poi, non hanno fatto che peggiorare il mondo della scuola facendole perdere la sua vera identità. La vera scuola non esiste più, neanche le macerie ci sono più. Sono diventate piccole aziende dove i docenti hanno perduto la loro funzione educativa e formativa essendo diventati degli operai soffocati da mille scartoffie e stritolati da un sistema che ha smarrito la sua bussola, costretti a assolvere ai dettami dirigenziali ed essere proni ai diktat dei genitori che invadono sempre più il campo della didattica senza limitarsi al loro specifico ruolo.
Povera didattica, sinonimo di povera scuola.
Mario Bocola
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