I lettori ci scrivono

I programmi elettorali devono avere una nuova visione della scuola

I programmi di tutti i partiti dell’attuale campagna elettorale hanno la scuola come punto focale. Il loro riferimento, però, non è l’istituzione prefigurata dalle regole esistenti: tutte le proposte mirano a rafforzare il tradizionale, obsoleto assetto organizzativo. I politici hanno trascurato che i programmi e le materie di studio non sono il traguardo: essi costituiscono “lo strumento e l’occasione” per la piena formazione dei giovani.

Lo sviluppo di competenze è la nuova meta. Queste sono la manifestazione delle potenzialità intellettive e operative degli studenti [capacità e abilità] che sono il fondamento della progettualità didattica.

Per tratteggiare il campo inesplorato si ipotizzano tre momenti dell’ordinaria programmazione dell’azione educativa del collegio dei docenti:

  • Lo sviluppo della persona umana” assegna alla scuola un compito che implica l’unitarietà e il coordinamento di tutti gli insegnamenti [visione sistemica];
  • L’ambiente in cui vivono i giovani è dinamico e flessibile. La scuola, pertanto, non deve apparir loro come un luogo estraneo, cui adattarsi. Da qui la necessità di dilatare gli assetti disciplinari: i contenuti dei libri di testo sono da affiancare ai problemi di cui sono la soluzione e ai metodi che ne hanno permesso la scoperta.

Si tratta di una visione arricchita dei saperi: pone l’analisi disciplinare come piattaforma della formazione dei docenti.

La nuova visione faciliterà l’ideazione dei percorsi d’apprendimento, centrati sul protagonismo degli studenti [laboratori].

  • La comunicazione digitale è un campo in cui i giovani vivono indifesi. La passività, l’accettazione acritica sono gli ostacoli da superare.

Lo sviluppo della capacità di ricerca è il primo traguardo; la rete va interrogata: i comportamenti da promuovere sono la curiosità, la percezione, la definizione e la soluzione di problemi.

Altrettanto importante è la consapevolezza della differenza tra dato e informazione: i primi sono elementi derivanti da un’osservazione diretta, non manipolati; le informazioni sono la risultante della loro lettura, fatta in funzione di uno specifico problema.

Anche la valutazione della veridicità di una notizia è un punto nodale, così come lo é l’adozione di una terminologia univoca.

Concludendo: l’orizzonte elettorale appare oggi molto nebuloso perché il toto-ministri prefigura, come responsabile dell’istruzione, accademici che auspicano il ritorno alla cattedra sul predellino e alla comunicazione unidirezionale.

Enrico Maranzana

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