Diverse le segnalazioni di docenti sulle modalità in cui si è svolta e si sta svolgendo la prova orale del concorso ordinario 2024 da PNRR, poco trasparenti e con un’interpretazione della normativa e un utilizzo delle griglie di valutazione opinabili. Innanzitutto, i punti più oscuri e gravi sono lo svolgimento della prova orale in mancanza di testimoni super partes e la ricezione dell’esito sulla Piattaforma Concorsi e Procedure Selettive molte ore dopo, addirittura la sera o il giorno successivo.
Anche se il concorso è a “porte aperte”, non vi è nessun altro candidato ad ascoltare il collega sottoposto a selezione e risulta pressoché impossibile per questo ultimo contestare la valutazione o la bocciatura o un benché minimo confronto. Dov’è la tutela del cittadino? Dov’è la trasparenza in un concorso pubblico?
E la griglia di valutazione come e quando viene compilata dalla commissione esaminatrice? Perché l’esito si riceve molte ore dopo, senza alcuna possibilità di confronto e senza la possibilità per il candidato di valutare e autovalutarsi in sede di concorso?
Si aggiungono anche le interpretazioni fantasiose della normativa di alcune commissioni: diverse hanno preteso che ogni candidato portasse in sede di prova orale TUTTI i titoli culturali, anche quelli autocertificabili, misconoscendo la direttiva n. 14/2011-certificati e dichiarazioni sostitutive funzione pubblica, altre hanno redarguito i candidati per non aver estratto la traccia della lezione simulata in presenza, quando nel bando di concorso era scritto nero su bianco che, in caso di assenza del candidato, la traccia sarebbe arrivata all’indirizzo e mail inserito nella domanda di partecipazione al concorso e altre ancora hanno interrotto più e più volte i candidati durante l’esposizione e non per verificare conoscenze e competenze, ma nel tentativo, percepito dagli esaminati, di deconcentrare, spesso in correlazione all’età anagrafica, come se fosse colpa dei docenti la mancanza di concorsi negli anni, come se l’opportunità e il diritto alla realizzazione professionale debba essere sempre e comunque riservata ad altri e non a loro, ormai “scarpe vecchie” da gettare e non più risorse.
Si sta parlando di gente laureata, nel caso di Infanzia e Primaria abilitata, con anni di supplenze e che in circa 30 minuti vede e ha visto spazzare via il futuro professionale, con la magra consolazione di riprovarci al prossima procedura, come se investire soldi e tempo nello studio fosse un concorso a premi delle merendine: “Ritenta, sarai più fortunato!”. No, un concorso pubblico non può essere dettato dalla fortuna e dall’indice di gradimento delle singole commissioni!
Infine, si sono lette le griglie di valutazione? Per Infanzia e Primaria sono attribuiti max 20 punti su 100 totali per la sola Lingua Inglese, a personale già abilitato. Senza contare che la lingua Inglese ha un peso eccessivo nella valutazione in tutte le classi di concorso. Avete mai visto un professore di Matematica entrare in classe e parlare o insegnare in Inglese? Tra l’altro, perché dovrebbe? Certo, nell’era digitale e globalizzata sono importanti la lingua comunitaria e le TIC, ma appare piuttosto curiosa la disparità di punteggio tra i vari ambiti e indicatori, dando, per esempio, un max di 15 punti ai contenuti disciplinari in relazione alle competenze metodologiche o max 10 punti alla qualità dell’esposizione nell’interlocuzione con la commissione.
Questo è il concorso ordinario 2024, che di ordinario ha la poca trasparenza.
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