La sera è il momento più bello per raccontare dolci storie, che scendono piacevolmente nel cuore. Animata da questo magico intento è la voce narrante dell’avv. Saro Pafumi, linguaglossese doc, che alla sua amata cittadina dedica una felice raccolta di novelle (Racconti di sera, pp. 286), che ci riportano nostalgicamente al buon tempo antico.
Una carrellata di personaggi indimenticabili, dai nomi bizzarri, sfila in queste pagine: Ciccina a ciunca, Pippinu ‘malasorti” e Ggiddiu ‘pirri’, gli scemi del paese,’Gnaziu Baruni e don Giuvanninu ‘Iiagghiu’, i ‘cosaduciari’ o “u tunisinu”, il gelataro che con il suo triciclo girava in lungo e largo per le strette vie .
E insieme a loro lo scrittore fa rivivere abitudini e usi ormai dimenticati nella pratica quotidiana, come sottolinea l’on. Enzo Trantino nella sua deliziosa prefazione al volume, come “a libretta”, un antico modo di far credito nelle botteghe, o i famosi putii di frutta e verdura negli anni ’50. Non senza tocchi esilaranti come l’elenco dei cartelli, dove i nomi venivano inconsapevolmente storpiati: ‘cavofioli’, ‘aragi’, ‘pesica’, ‘sbergi’, ‘ica niuri’, ‘pumadori’ ’ovi frischi’,“ pumma cola’, ‘ pira faccibedda’, vere delizie e dolcezze ormai rubate al nostro palato.
Per finire con un venditore di ghiaccio talmente sempliciotto che, all’esterno della sua rivendita, esponeva un cartello con la scritta: “Qui giaccio”. Magie della grammatica ovvero, sembra strizzarci l’occhio, sornione, Saro Pafumi, come trasformare un negozietto nella propria tomba…