In sintesi: “ti impicco e, dopo avermi ringraziato, ti faccio comprare la corda”. La “meritocrazia” in salsa italica risale a una proposta di legge, la n°3423, presentata il 5 febbraio del 2008, dalla deputata Gelmini. Il Governo in cui militava la stessa signora, (da Ministro Miur), nell’estate dello stesso anno, con un’originale decretazione d’urgenza (D.L.112/08 art.64) si appassionò alla destrutturazione dell’intero sistema di istruzione pubblica statale, colpendo tutti gli ordini e gradi di scuola, radiandone il relativo personale. Questi provvedimenti vennero protocollati come misure di “razionalizzazione”.
Furono “razionalizzati” così 67.000 posti del personale docente e 40.000 del personale Ata. Tremonti e Gelmini misero le mani nelle tasche del Miur: “distrassero” 8 miliardi di euro. Appena. (Un anno prima, Prodi e Padoa Schioppa ca. 1,4 miliardi di euro, e ca. 20.000 posti personale docente in meno.) Il virus della “meritocrazia” poteva aspettare. E aspettò. L’incubazione durò 6 anni; per manifestarsi nel documento governativo, sedicente “la buona scuola”, con i cd. scatti di merito o di competenza. Bene. Tutto bene… Perché, realisticamente: sottrarsi ai disciplinari dell’Ocse Pisa, dell’Invalsi, dei RAV etero diretti, delle doverose rendicontazioni sociali, (ma dopo avere dispiegato, per ben 15 anni, manovre di impoverimento, e solo per la scuola pubblica statale), non è possibile.
Spinge “la globalizzazione e ce lo chiede l’Europa”. Ma quello che si segnala come indigesto e volgare è il “discorso sul merito”, insaporito con termini quali la “valorizzazione” del docente; perché al contempo i “radianti”, cioè i signori che governano senza essere stati eletti, opereranno una pesante decurtazione sulle retribuzioni azzerando, o quasi, gli scatti di anzianità. Ulteriore aspetto della “razionalizzazione”. Che genererà un risparmio consistente al Mef. Evidentemente non saziato dalla pantagruelica ingozzata del 2008. Anche l’assunzione, finalmente, dei precari finanziata con il drenaggio delle risorse destinate al rinnovo del contratto e al le “decostruzioni” di carriera, consisterà in un’altra forma di “razionalizzazione”… Così come la radiazione dei ca. 600 milioni di euro di residui attivi che le istituzioni scolastiche vantavano nei confronti del Miur.
Ecco perché bisogna considerare le parole pronunciate, in questi ultimi mesi, dal PdC, dal ministro Miur e da sottosegretari e deputati vari, come parole ipocrite e avariate. Che, tuttavia, hanno trovato e trovano un alleato sbalorditivo nella massa critica di tutti quei docenti ruminanti, specializzati in cinica indifferenza e spiccata sciatteria.
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