Chi ha la colpa delle performance scadenti degli alunni? Se il 34,5% dei rispondenti, su una platea di 1.408 persone, ha accusato la società e il 30,2% la famiglia, attraverso le risposte aperte la maggior parte dei lettori della Tecnica della Scuola ha puntato il dito contro l’operato degli ultimi Governi, del ministero dell’Istruzione e della politica in generale. Le istituzioni responsabili della scuola sarebbero colpevoli soprattutto delle pessime riforme – secondo quanto espresso dai lettori – messe in campo più per tagliare fondi che per migliorare la didattica nelle scuole.
La sezione del sondaggio più interessante è quella relativa alle cause della dispersione implicita, ovvero della mancanza di competenze adeguate degli studenti, a dispetto della promozione.
La Povertà educativa delle famiglie rappresenta la causa principale, secondo i nostri lettori, con oltre 527 risposte; la svogliatezza degli studenti ha raccolto 292 risposte; l’Inadeguatezza della didattica proposta dagli insegnanti 241 risposte; la dispersione scolastica 20 risposte.
Ma le risposte che fanno più riflettere giungono dalla sezione a risposta aperta del sondaggio.
Decine di lettori hanno infatti dato la “colpa”, come accennavamo in apertura, alle riforme, definite scellerate, devastanti, fallimentari, attuate da “Governi che smantellano il sistema educativo”.
E non solo. A seguire abbiamo raggruppato altre risposte ricorrenti, tra cui trapela molta insofferenza per l’impostazione della scuola che almeno in fase di valutazione si è dimostrata negli ultimi anni troppo “buonista”.
Ricorre il tema, infatti, delle poche bocciature. Ecco cosa segnalano i docenti:
Tra le critiche degli addetti ai lavori figura anche lo spazio e l’interesse eccessivo per i social media.
Molto fastidio è anche sentito per l’eccesso di attenzione e di tempo speso per il lavoro fuori dall’aula.
Infine, ma non preponderanti, le considerazioni relative alle classi pollaio: l’alto numero di alunni per classe introdotto con il dimensionamento dell’ultimo Governo Berlusconi, che ancora oggi ha portato a circa 15mila casi di oltre 26 allievi frequentanti la scuola nella stessa aula, non è stato infatti modificato nemmeno con il sopraggiungere della pandemia da Covid-19.
A rispondere, tra i 1.408 soggetti partecipanti, prevalentemente docenti, il 76,8% dei rispondenti. A seguire i genitori, 1 su 10.
Ricordiamo i risultati dell’ultimo rapporto Invalsi: i dati delle Rilevazioni nazionali 2021 (che rappresentano – lo ricordiamo – le prime rilevazioni dopo il Covid) hanno fatto registrare un generalizzato calo di apprendimenti, soprattutto alle superiori, dove gli studenti che non raggiungono la sufficienza nelle conoscenze e competenze in Italiano è arrivata al 44% e al 51% in Matematica, situazione che precipita al Sud.
Per Italiano e Matematica, infatti, laddove i test Invalsi prevedono cinque livelli di competenza, che vanno dal non adeguato (livello 1) al molto buono (livello 5), al Sud e nelle isole si registra un 28% di studenti che raggiunge appena il livello 1 (non adeguato) e un 29.5% di studenti che raggiunge il livello 2, entrambi livelli al di sotto della sufficienza, come mostra il grafico Invalsi. Insomma, al sud e nelle isole più di un ragazzo su due non ha acquisito adeguate competenze di comprensione del testo.
Vi è dunque un problema di dispersione implicita, un tema su cui Roberto Ricci, presidente dell’Invalsi, si è espresso così: chi sono gli studenti “implicitamente” dispersi? “Studenti che simultaneamente sia in italiano che in matematica che in inglese terminano il percorso scolastico con competenze da secondo anno del superiore. Parliamo di 42mila 19enni. Ragazzi in condizione di estrema fragilità pur non essendo realmente dispersi. Conseguono la maturità ma con estrema fragilità”.
Troppo pochi allievi che non raggiungono le soglie di accettabilità
Il quadro è particolarmente grigio alle superiori. Per la scuola secondaria di secondo grado, in particolare nell’ultimo anno, gli esiti arretrano in modo sensibile in tre Regioni: Campania, Puglia e Abruzzo. Sei studenti su dieci hanno terminato la scuola secondaria con competenze modeste e inadeguate, con picchi nelle famiglie svantaggiate.
In Italiano c’è un arretramento di 9 punti: dal 35% del 2019 al 44% del 2021.
Solo Trento, Liguria e Lombardia rimangono nella media nazionale. Mentre Veneto e Friuli hanno un calo, ma rimangono sulla media del 2019: tutte le altre Regioni scendono.
In Matematica la perdita di apprendimenti è di 10 punti: perdita ancora più netta rispetto ad Italiano. Particolari regressioni si riscontrano anche al Nord-Est e al Sud.
Precisiamo che l’indagine è stata realizzata dalla testata giornalistica “La Tecnica della Scuola” nel periodo che va dal 20 al 23 maggio 2022. Hanno partecipato 1.408 soggetti. Il sondaggio non ha carattere di scientificità: i risultati derivano da conteggi automatici.
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