Mettendo in rapporto i costi per mantenere i figli agli studi e i vantaggi degli stipendi medi annui di neolaureati, si scopre che il ritorno che ne consegue non è mai inferiore al 30%. A fronte di un costo totale di 31.750 euro per una laurea quinquennale e di uno stipendio medio annuo di 16.800 euro il tasso di rendimento che ne risulta è pari al 53%. Analogamente, l’investimento in una laurea magistrale alla Bocconi, dove il costo totale è circa 85mila euro, con un primo stipendio medio annuo per un neolaureato di 44.346 euro, porta a un rendimento pari al 52%. La percentuale scende al 30% negli Stati Uniti, dove i costi per l’istruzione sono molto più elevati, come dimostra l’analisi sulla spesa in istruzione in rapporto al Pil nei Paesi Ocse redatta nel rapporto Education at a glance 2014.
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Studi come quello elaborato dalla società di consulenza McKinsey (Studio, ergo lavoro) evidenziano, fa sapere L’Avvenire in un articolo, che il 40% della disoccupazione dei giovani non dipende dal ciclo economico. Inoltre, mentre il 70% delle università ritiene che le competenze dei giovani siano adeguate, il 42% dei datori di lavoro non lo condivide. Nel 47% dei casi (rispetto a una media europea del 33% e al 18% del Regno Unito), le aziende nostrane ritengono che tali carenze abbiano un impatto negativo sulla loro attività. In Italia stage e tirocini hanno una durata inferiore al mese in quasi il 50% dei casi nella scuola superiore e in circa il 30% all’università e coinvolgono solo la metà degli studenti d’istruzione secondaria e terziaria. Ecco perché la scelta di un’università e di un eventuale stage o tirocinio è un punto fondamentale nella pianificazione del budget familiare.