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I rischi etici che potrebbero arrivare dall’espletamento del concorso a cattedra

Si è molto dibattuto sull’opportunità di bandire questo concorso a cattedra. Molti docenti precari si sono subito schierati tra coloro che sono definibili come “concorso scettici“, qualche altro giovane precario, per la verità con poche chance di entrare in ruolo con le graduatorie ad esaurimento, ha salutato con favore l’arrivo di questa nuova opportunità per entrare in ruolo. 
In questi giorni ci sono state diverse manifestazioni contro il bando di questo concorso. I precari storici sono scesi in piazza a protestare contro Francesco Profumo, gridando slogan di indignazione all’indirizzo del ministro. 
Nelle strade di Roma a fianco ai precari si sono viste le bandiere sindacali dei Cobas provenienti da numerose città d’Italia. Tra i manifestanti si è notata la presenza dell’Unione sindacale di base e dell’Unione degli studenti. In modo perentorio pure la Flc Cgil segnala l’inopportuno bando di questo concorso. 
Infatti Mimmo Pantaleo segretario della Flc-Cgil afferma che questo concorso nella scuola è inutile e costoso, perché in pratica possono partecipare solo i precari i cui nomi figurano da anni nelle graduatorie. Sulla stessa linea della Flc Cgil si trova anche l’Italia dei Valori, che attraverso Rodano, responsabile Cultura e Istruzione del partito di Di Pietro, parla di pura propaganda elettorale e di spreco di denaro pubblico. Per Rodano: prima si dovevano esaurire le GaE con un programma serio di reclutamento in modo da inserire in ruolo su tutti i posti realmente vacanti. Oltre al dibattere sull’opportunità o meno di bandire questo concorso, bisognerebbe fare una seria analisi sui forti rischi etici che potrebbero determinarsi con l’espletamento del concorso a cattedra. 
Quali sarebbero questi rischi etici? Essi sono insiti nella struttura della prova di selezione, che non dimentichiamo sarà somministrata a professionisti abilitati all’insegnamento, che operano da diversi anni come docenti nella scuola. La prova di selezione è composta da 50 domande suddivise in tre competenze: 

1. Logico-deduttiva 36 domande
2. Linguistica 7 domande
3. Informatica 7 domande 

Il tempo che il candidato avrà per rispondere a queste 50 domande è di 50 minuti. Si tratta di un minuto a domanda. 
Ma torniamo ai rischi etici che potrebbero nascondersi dietro questa prova concorsuale. Si potrebbe verificare, anzi si verificherà certamente, che qualche docente, che insegna da molti anni nella scuola pubblica, risponda male a diverse domande di area logico-deduttiva, e che quindi risulti escluso dal concorso. Ma questo comporterebbe non soltanto l’esclusione da un concorso, ma la certificazione che mandiamo ad insegnare nelle classi dei nostri figli, persone che non posseggono abilità logico-deduttive. Il rischio etico a cui facciamo riferimento è quello che l’amministrazione ha utilizzato in modo reiterato negli anni personale a tempo determinato che oggi scopriamo non possedere facoltà logico-deduttive, procurando danni irreparabili. 
Secondo voi è etico da parte di un’Amministrazione seria, scoprire, dopo lustri di carriera come docente, che un professore non ha abilità logico-deduttive? Noi francamente pensiamo di no. Siamo convinti che questo tipo di concorso possa andare bene per chi non ha avuto esperienze didattiche e quindi deve essere valutato per comprendere se possiede oppure no certe abilità. 
Non è etico invece misurare le abilità logico deduttive di persone che hanno un’esperienza lavorativa consolidata ed una carriera ben avviata.

Lucio Ficara

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