Sono quasi tutti d’accordo sul fatto che gli Organi collegiali vadano rinnovati. L’80,2% dei partecipanti al nostro sondaggio ritiene che gli organi di governo della scuola necessitino di una riforma, contro il 19,8% che desidera mantenere lo statu quo. Ma dai dati emerge anche una forte rivendicazione del ruolo e dei compiti degli insegnanti all’interno del Collegio dei docenti e degli altri organi collegiali. Il 60,6% non è d’accordo che il Collegio dei docenti si occupi soltanto delle attività didattiche ed educative e che il suo ruolo, quindi, sia limitato ad attività di indirizzo, programmazione, coordinamento e monitoraggio, a fronte del 39,4% di contrari. Identiche percentuali a proposito del Consiglio della Scuola che andrà a sostituire il Consiglio d’Istituto. Il 60,6% è contrario all’ipotesi che a presiedere il Consiglio della Scuola sia un dirigente scolastico e non più un genitore, mentre il 39,4% si dichiara favorevole all’introduzione di tale modifica.
Un certo timore, invece, traspare in merito alla possibilità di autoregolamentazione che verrà data alle scuole. Secondo il disegno di legge del governo, il provvedimento dovrebbe limitarsi a tracciare un quadro generale di riferimento, all’interno del quale le scuole, “nell’esercizio della propria autonomia”, dovrebbero autoregolamentarsi, definendo la composizione e il funzionamento degli organi collegiali. Il 46,9% dei partecipanti si dichiara favorevole ad una normativa più ‘leggera’, che lasci libere le scuole di darsi propri regolamenti, ma il 53,1% mostra qualche dubbio in proposito e si dichiara contrario.
L’ultimo quesito, infine, riguardava il Nucleo di valutazione del funzionamento dell’istituto, composto dal Garante dell’utenza, (il primo degli eletti fra i genitori), da un insegnante (non è chiaro se sarà eletto o nominato dal capo d’istituto) e da un soggetto esterno, nominato dal Consiglio della Scuola. Il dato abbastanza singolare emerso dalle risposte dei nostri lettori è che ben il 62,5% non desidera l’istituzione di tale organo, che dovrebbe vigilare sull’efficienza e sull’efficacia dei servizi e della qualità dell’offerta formativa, e che solo il 37,5% è disposto a ‘tollerare’ un organo di controllo la cui composizione pende sensibilmente sul versante dell’utenza.
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