In alcuni Paesi come Belgio, Portogallo, Germania, Francia e Nuova Zelanda, i risultati dei ragazzi dipendono in maniera molto forte dalla professione dei loro genitori mentre in altri, come ad esempio la Corea, il Giappone e il Canada, le differenze tra, ad esempio, i figli dei lavavetri e i figli dei professori universitari, sono meno accentuate.
Nel 2012 ai ragazzi partecipanti allo studio PISA è stato chiesto di indicare la professione dei loro genitori. Le loro risposte sono state usate per sviluppare una classificazione comparabile a livello internazionale che permette di identificare chi lavora in professioni che richiedono le stesse mansioni, livelli di responsabilità, in diversi settori dell’economia. In quasi tutti i Paesi considerati, i figli dei professionisti mostrano livelli di competenza superiori a quelli di tutti gli altri studenti. L’Italia è un’eccezione in quanto i figli dei manager sono gli studenti che mostrano i livelli di competenze più elevati in matematica. Tuttavia lo studio PISA mostra come esistano delle differenze molto accentuate tra Paesi: i figli dei professionisti negli Stati Uniti e nel Regno Unito, dove i professionisti sono tra i meglio pagati al mondo, hanno performance molto inferiori a quelle dei figli di professionisti in molti altri Paesi.
Ad esempio i figli dei receptionist in hotel in Canada hanno, in media, risultati in matematica più elevati dei figli di avvocati negli Stati Uniti e i figli degli spazzini a Singapore hanno lo stesso livello di competenze in matematica dei figli di medici nel Regno Unito. La repubblica Slovacca, il Portogallo, l’Uruguay, Taiwan-Taipei, il Belgio, Israele, la Bulgaria, la Francia, l’Ungheria, la Romania e la Germania sono tra i paesi dove il differenziale è maggiore – più di 90 punti. In Italia in media la differenza di risultati in matematica tra i figli di professionisti e i figli di chi lavora in professioni elementari è di 70 punti, che equivalgono a circa 2 anni di scuola. Tuttavia mentre nelle Marche e in Umbria le differenze sono rispettivamente di 43 e 45 punti, equivalenti a “solo” un anno di scuola, in Sicilia sono di 76 punti.
Questi risultati mostrano come il sistema scuola possa essere un potente mezzo di promozione della mobilità sociale ma anche come, in molti Paesi, la scuola rifletta e in alcuni casi accentui le differenze di status socio-economico tra ragazzi. In un mercato del lavoro globalizzato come quello di oggi, alti livelli di competenze permettono agli individui di avere alti salari, un lavoro interessante, appagante e flessibile che permette di conciliare vita famigliare e lavorativa. Molti studi mostrano inoltre che chi ha livelli di competenze più elevati vive più a lungo e in miglior salute. La scuola quindi può e deve garantire che i figli degli operai e degli spazzini abbiano le stesse opportunità dei figli di professori universitari, di medici ed avvocati.
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