Prevedibile il crollo avvenuto ieri all’università di Cagliari? Sembra di sì, a giudicare dagli scatti realizzati dagli studenti, in varie occasioni, che rivelano spaccature e crepe nel pavimento e nei muri dell’ex aula magna: dalle foto alla lavagna al professore che spiegava linguistica ai selfie dei ragazzi che seguivano le lezioni. Foto scattate per altri motivi dagli studenti, che ora le postano sui social e denunciano quelli che ritengono fossero gli indizi di un possibile cedimento.
Un triste reportage di quelle che erano le condizioni in cui versava l’aula magna che ospitava da qualche tempo i corsi di Lingue nel complesso di Magistero in via Trentino, frequentata ogni giorno da decine e decine di studenti. Un crollo che poteva essere una strage: solo l’orario ha evitato che sotto le macerie potessero esserci morti e feriti.
In ogni caso, sarà un’inchiesta della Procura di Cagliari a fare chiarezza su quello che è accaduto poco prima delle 22 di martedì 18 ottobre, mentre l’ipotesi di reato sarebbe di crollo colposo di edificio, per ora a carico di ignoti, ipotizzando anche il reato di disastro colposo. Nel frattempo, sono stati apposti i sigilli su tutto il polo umanistico e gli studenti hanno dato vita a manifestazioni davanti alla sede del Rettorato. Dopo hanno marciato in corteo sino a Magistero, nella parte più moderna del polo. Lì hanno occupato l’aula magna chiedendo un incontro con il rettore sul tema centrale che è quello della manutenzione, effettuata l’ultima volta tre o quattro anni fa.
“Le responsabilità? Siamo tutti responsabili – ha detto il rettore – noi lavoriamo per far crescere i nostri studenti, non certo per fargli cadere le pareti addosso”.
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