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I sindacati al Governo: “Bloccare il ddl Aprea”

Sindacati all’attacco sul disegno di legge Aprea: con una lettera inviata al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, al sottosegretario Gianni Letta e ai ministri Renato Brunetta e Mariastella Gelmini, Cgil, Cils e Uil chiedono che il Governo espliciti la propria posizione anche in sede parlamentare.
I sindacati (la lettera è firmata non solo dai segretari di categoria, ma anche dai segretari generali Epifani, Bonanni e Angeletti) non mettono in discussione l’autonomia del Parlamento ma fanno rilevare come alcuni aspetti del disegno di legge risultino di fatto incoerenti con quanto proposto dallo stesso ministro Brunetta in materia di contrattazione: i sindacati sostengono infatti che negli incontri fin qui avuti con il Ministro della Funzione Pubblica si è sempre parlato di riduzione delle aree di contrattazione, mentre nel ddl Aprea se ne prevede l’aumento (area docenti separata dall’area ATA).
“Il provvedimento – sostengono Cgil, Cisl e Uil – modifica sedi e funzioni degli organismi di rappresentanza dei lavoratori oggi definiti, in sede negoziale con le RSU (viene eliminata, per gli insegnanti, la rappresentanza sindacale nel posto di lavoro)”.
Ma ciò che ai sindacati proprio non piace è l’invasione della legge su molte questioni che oggi appartengono alla contrattazione: “l’articolato, attraverso una minuziosa, dettagliata e burocratica definizione legislativa dello stato giuridico, riserva alla legge, materie che vanno dalla formazione in servizio, agli inquadramenti, alle progressioni di carriera e alla retribuzione “per merito”, aspetti, oggi, tutti di materia contrattuale”.
“Le scriventi Organizzazioni – scrivono i sindacati – non condividono simili scelte di ripristino del regime pubblicistico”.
Il comunicato si conclude con un mezzo “avvertimento” al Governo al quale si ricorda che il ddl crea le premesse per “possibili pesanti ricadute sul versante delle relazioni sindacali, nonché sulla prossima stagione contrattuale del settore pubblico”.
Come dire che se il Governo dovesse dare via libera a Valentina Aprea le conseguenze potrebbero essere pesanti.
Sentita da noi, la presidente della Commissione Cultura Valentina Aprea non si scompone “Sono molto serena perchè la proposta è stata presentata in Commissione e prevede un iter democratico di audizioni e di votazioni. Non credo peraltro che spetti al sindacato porre veti preventivi al Parlamento, anche se è vero che in questa circostanza la lettera è indirizzata al Governo”.
In effetti dopo l’esame preliminare del ddl, la Commissione Cultura della Camera ha deciso di mettere a punto un testo unificato del provvedimento cercando di tenere conto anche delle altre proposte presentate dall’opposizione e da altri deputati della maggioranza. Solo a quel punto il testo tornerà in Commissione per la discussione conclusiva. Quindi toccherà alla Commissione del Senato e poi ancora alle aule.
Ma, a conti fatti, il voto finale potrebbe arrivare fra un anno.
La presa di posizione dei sindacati sembra dunque destinata più a creare qualche tensione all’interno della maggioranza che a bloccare il disegno di legge.
Reginaldo Palermo

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