Incontro al Miur tra il ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti e le organizzazioni sindacali.
Ecco i commenti di Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Gilda
Flc Cgil
Apprezziamo che il Ministro Fioramonti abbia convocato prontamente le organizzazioni sindacali per un primo confronto sulle linee politiche del suo mandato.
Condividiamo l’idea della centralità costituzionale della scuola e il suo ruolo strategico. Così come abbiamo ascoltato con interesse l’impegno di discontinuità rispetto al passato, recente e più remoto.
Bene l’idea del Ministro di investire in una scuola innovata nella didattica, in cui ritorna protagonista la centralità degli organi collegiali ed in cui si possa effettivamente realizzare la collaborazione prevista dalla comunità educante.
Importante anche l’impegno concreto a investire 2 miliardi sul settore scuola e un ulteriore miliardo sugli altri settori del Comparto Istruzione e Ricerca per i quali è già stato calendarizzato un incontro specifico per la prossima settimana.
Le proposte da noi avanzate si innestano, infatti, su questo sfondo inequivocabilmente costituzionale e sottolineano come la scuola assolva al suo compito (lotta alla dispersione e alle disuguaglianze) solo nella misura in cui sia messa nelle condizioni di offrire all’intero universo delle nuove generazioni i saperi di contenuto e di cittadinanza.
Per questo motivo abbiamo ribadito il nostro “No” ad ogni forma di autonomia differenziata, che mette in discussione, in qualunque salsa la si voglia presentare, l’unità del sistema nazionale e soprattutto l’esigibilità dei diritti all’istruzione ed al libero insegnamento sanciti dalla Costituzione.
Abbiamo riportato al tavolo del Ministro i problemi legati all’emergenza precari, docenti ed ATA, per i quali riteniamo si debba dare seguito all’accordo dell’11 giugno scorso, fra MIUR e sindacati, di modo che si provveda subito all’approvazione del decreto che ne recepisce i contenuti.
Abbiamo inoltre chiesto di dare seguito all’impegno definito dall’Intesa del 24 aprile per un rinnovo del contratto nazionale di lavoro che abbia un respiro europeo nei salari e un’apertura alle materie di contrattazione oltre gli attuali vincoli di legge.
Vanno poi accantonate misure inique come quelle della videosorveglianza nella scuola dell’infanzia e i controlli biometrici per i dirigenti e gli ATA della scuola.
Sono necessari investimenti di medio e lungo periodo anche sulle infrastrutture e sono necessarie risorse soprattutto dove c’è più bisogno, dove è più a rischio l’esigibilità della nostra Costituzione, a partire dal sud Italia.
Come FLC CGIL abbiamo ribadito la disponibilità a confrontarci su tutti i temi che appartengono alla nostra piattaforma rivendicativa e per questo abbiamo chiesto di aprire tavoli tematici di confronto da agire ogni volta che si renda necessario.
Con la stessa fermezza, abbiamo ribadito che vigileremo affinchè queste dichiarazioni di intento si tramutino in fatti concreti.
Cisl Scuola
“Avevamo molto apprezzato la tempestività della convocazione dell’incontro di oggi, così come la scelta degli argomenti all’ordine del giorno, avvio dell’anno scolastico e precariato, tema quest’ultimo di particolare urgenza e come tale indicato dallo stesso ministro nelle sue prime dichiarazioni. Oggi abbiamo colto un atteggiamento di attenzione, di disponibilità a valorizzare le relazioni sindacali, e ne prendiamo atto molto positivamente”.
Così Maddalena Gissi dopo la riunione tenutasi oggi al MIUR, un primo contatto col nuovo ministro che fra l’altro ha già annunciato una successiva convocazione, in tempi moilto stretti, per entrare più direttamente nel merito di una delle priorità segnalate anche oggi dalla segretaria generale della Federazione CISL Scuola, Università e Ricerca, il provvedimento sulla stabilizzazione del lavoro precario già oggetto di precedenti intese e rimasto al palo a causa della crisi di governo.
“Quelle intese – ha sottolineato la segretaria generale – scaturiscono da un confronto in cui è stato direttamente coinvolto l’attuale premier, Giuseppe Conte. Mi auguro che ciò possa contribuire non solo a sbloccare il provvedimento, ma anche a salvaguardarne sostanzialmente i contenuti”.
Altre emergenze sono state richiamate dalla Gissi nel suo intervento oltre a quella dei docenti precari: tra queste, le condizioni di lavoro delle segreterie scolastiche, su cui pesa anche l’alto numero di posti scoperti di DSGA, con la necessità che la loro copertura avvenga rapidamente e dando il giusto riconoscimento al personale facente funzione.
“Apprezziamo molto – ha detto inoltre la Gissi – la volontà dichiarata dal ministro di rilanciare politiche di investimento su istruzione e formazione, restituendo la giusta dignità anche retributiva al personale della scuola. Un obiettivo che richiederà da parte sua un notevole impegno a difendere le ragioni del nostro settore anche nell’ambito della compagine governativa. Troppo spesso quelle ragioni si sono scontrate, in passato, con le resistenze dei dicasteri economici; è indispensabile che passi il concetto per cui la spesa in conoscenza è un investimento di portata strategica. I recenti dati OCSE confermano che siamo agli ultimi posti nel rapporto tra spesa in istruzione e PIL, un malinteso risparmio che fa pagare costi altissimi al Paese. Cambiare atteggiamento su questo è assolutamente indispensabile non solo per dare alla scuola il giusto, ma per ridare all’intero Paese prospettive di crescita”.
Uil Scuola
“Se ciò che lei ha detto ieri, in occasione della cerimonia di inaugurazione dell’anno scolastico, e che ha ribadito qui oggi – ha sottolineato Turi nel suo intervento – non è un discorso di circostanza, noi ci ritroviamo. Siamo convinti, con Calamandrei, che la scuola non è un servizio è una funzione dello Stato.
Lo diciamo in premessa – ha detto Turi – siamo contrari alle idee neo liberiste che hanno portato alla Legge 107, ad ogni forma di regionalizzazione del sistema di istruzione e ai costi standard nella scuola che non è altro che chiedere soldi per le scuola private.
Rappresento un sindacato laico, plurale, convinto che la scuola è comunità educante – ha rilanciato Turi riprendendo i temi anticipati nei giorni scorsi. Non ci sono eroi, ci sono persone che trasferiscono valori. E’ la democrazia di un paese che si gestisce nelle scuole.
Occorrono politiche coerenti con un modello definito.
Se si spendono soldi per un modello sbagliato, sono soldi spesi male. Per la scuola il metodo del mercato non funziona, non può esser utilizzato. Per la scuola ‘privato è bello’ non vale. La scuola statale italiana funziona benissimo e va sostenuta.
Quanto all’emergenza precariato bisogna eliminare l’organico di fatto, il Mef dovrebbe comprendere che i soldi della scuola devono andare alla scuola, e che l’eliminazione dell’organico di fatto comporta uguale peso complessivo nel bilancio dell’istruzione.
Stabilito che gli investimenti per la scuola sono la base per politiche virtuose, la domanda successiva è che ci facciamo con i soldi? C’è da intercettare un sentimento. Ci sono precari contro precari, docenti preoccupati per un ritorno della Legge 107.
Nel Def è prevista una riduzione di spese di 4 miliardi. Si utilizzino queste risorse, vista la curva della natalità, per ridurre il numero degli alunni per classe e se si dovessero tagliare, sarà questo governo a farlo e non il precedente.
Libertà di insegnamento, è un altro tema importante portato all’attenzione del ministro.
Occorre garantire agli insegnanti la libertà, le sedi di tutela che sono stati smantellati dal decreto di Brunetta – ha puntualizzato Turi.
Questo è il modo di ridare dignità alla funzione docente che rimane il problema centrale a cui dare risposta.
Un appunto di metodo politico: ministro tenga per sé le deleghe sulla scuola – ha detto Turi.
E ancora: il decreto che si appresta a presentare resti uguale nei contenuti a quello faticosamente messo a punto in mesi di trattative.
Tra i temi da affrontare con urgenza resta la completa ristrutturazione degli Uffici amministrativi, tecnici ed ausiliari della scuola, finalizzati ad una buona didattica e che si possono conseguire con la contrattazione che lo ha già fatto in passato con risultati importanti, poi vanificati dai tagli di Tremonti.
Nuovo appuntamento tra due giorni: in quella sede sarà illustrato il decreto legge sul precariato da presentare in Consiglio dei ministri per la conversione in legge che avverrà nei 60 giorni successivi. In quella sede esprimeremo un giudizio di merito.