Categorie: Politica scolastica

I sindacati: le scuole non sono uffici, il preside è solo il legale rappresentante

Le scuole non sono uffici pubblici o imprese private. Sono istituzioni sociali i cui elementi costitutivi sono i lavoratori, le famiglie, gli studenti: il dirigente è solo il legale rappresentante.

In attesa di dati riguardanti le adesioni alla protesta organizzata il 24 ottobre – da Flc-Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda – in diverse città, tra cui Roma, Napoli, Bari, forniamo uno dei passaggi centrali che hanno caratterizzato la manifestazione di Cagliari, sempre per rivendicare il rinnovo del contratto e forti modifiche alla Legge 107/15.

“Le scuole non sono uffici pubblici o imprese private. Sono istituzioni sociali i cui elementi costitutivi sono le persone: i lavoratori, le famiglie, gli studenti;  il dirigente è solo il legale rappresentante, la sua funzione dirigenziale è sostanzialmente gestionale”, ha detto Pino Turi, leader Uil Scuola. Che poi ha aggiunto: “la scelta dei docenti da parte del dirigente, la valutazione del merito con l’assegnazione di quote di salario accessorio, contraddice l’autonomia professionale degli insegnanti, ne condiziona la libertà di insegnamento,  limita il pluralismo professionale, aprendo  la strada di  una neo-burocrazia, legata più alle procedure che al risultato dell’azione educativa”.

“Questo sistema – ha detto ancora Turi – non ci convince, non ci piace, non rispetta i valori costituzionali assegnati al nostro sistema di istruzione. Occorre che il Governo si renda conto che sono scelte sbagliate da correggere. Ciò che emerge, fase dopo fase, nella applicazione della legge voluta dal Governo, è un sistema che si sta rivelando – come avevamo preannunciato – inefficace, ingiusto, impossibile da realizzare.  E’ mancata una seria programmazione e la capacità di gestione di un sistema complesso, a cui ora bisogna fare fronte”.

“In merito alla card per l’aggiornamento professionale, i 500 euro  – ha messo in chiaro il segretario generale della Uil scuola –   non possono essere paragonati  a un ‘buono pasto’ che è un diritto contrattuale. La loro finalità è quella di riconoscere la professionalità docente che, proprio come  accade per il principio di libertà di insegnamento, ha dirette ricadute sugli alunni”. 

“Il punto è che occorre estenderla al personale docente che ne è stato escluso. Siamo al lavoro per trovare una soluzione che dia equità. Il diritto ai 500 euro è stato correttamente assegnato ai docenti che hanno ruoli sindacali.   Inizio da me – ha sintetizzato Turi – che attualmente non svolgo funzione docente e ho intenzione di restituirlo, con una precisa finalità:  quella di destinarla al riconoscimento del personale educativo che ne è stato ingiustamente escluso”.

 

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Sono diverse le proposte fattibili presentate dal sindacato Confederale.

Precariato 
Serve un piano anche pluriennale che metta a sistema il reclutamento.
Tra vecchio e nuovo sistema serve una fase di assestamento che risolva le incongruenze e le iniquità introdotte. 

Personale ATA 
Il personale Ata è parte integrante della scuola dell’autonomia. Vanno sbloccate le nomine in ruolo e trovate le risorse per il potenziamento anche per i profili del personale Ata, anche per superare l’assurdo divieto sull’uso delle supplenze brevi.

La scelta dei docenti 
E’ l’anello debole. Sposta l’equilibrio dei poteri e delle competenze previsto nella  scuola dell’autonomia. La scelta dei docenti dagli albi a cura dei dirigenti scolastici, se presenta una sua ragione nell’organico potenziato,  è impossibile se applicata a tutti i docenti. 

 

La valutazione 
Non si può definire per i docenti un sistema e per i dirigenti un altro che è l’esatto opposto. Al di là della composizione  degli organismi di valutazione, che presenta molti limiti, occorre un confronto ed una scelta il più possibile condivisa e coerente.

Contratto 
Il percorso da seguire è il rinnovo del contratto di lavoro che potrà definire gli ambiti,  i diritti e gli  obblighi e  tutte le ricadute sul rapporto di lavoro, compresa la contrattazione decentrata di singola scuola, in cui dovrà confluire il sistema di valorizzazione del personale.

Su quest’ultimo punto, i sindacati hanno rivendicato un rinnovo di contratto innovativo, condiviso e finanziato adeguatamente. Secondo il segretario della Cisl Scuola, Francesco Scrima, appena “7 euro di aumento medio pro capite sono a dir poco una provocazione, una vera e propria mancanza di rispetto per lavoratori che assicurano al Paese servizi di fondamentale importanza. Da anni le nostre scuole vivono e funzionano solo grazie all’alto senso di responsabilità del personale docente, ATA e dirigente che ogni giorno vi presta servizio”.

“Questo governo ha rivolto loro tante belle parole, ha fatto tante promesse e non ne ha fin qui mantenuta nessuna: la mancanza di risorse per un decente rinnovo del contratto è solo l’ultimo degli impegni disattesi. Se questa linea si confermerà, la risposta sindacale – e lo diremo chiaro oggi in tutte le piazze – sarà data con chiarezza, con forza e con determinazione”, ha concluso Scrima.

 

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Alessandro Giuliani

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