I lettori ci scrivono

I sindacati sbagliano, le regole sul sostegno contenute nel DL scuola sono utili e necessarie

Sono passati solo pochi giorni dall’approvazione da parte del CdM dello scorso 24 maggio 2024 dello schema di Decreto recante Disposizioni urgenti in materia di sport, sostegno didattico agli alunni con disabilità e regolare avvio dell’anno scolastico 2024-25 che, prima ancora della sua pubblicazione in Gazzetta, già infuriano le polemiche da parte del mondo sindacale che sembra non apprezzare affatto il progetto del numero uno del dicastero di Viale Trastevere soprattutto sul tema specifico della continuità didattica agli studenti con disabilità.

Entrando immediatamente in “medias res”, il predetto Decreto Legge del Governo, infatti, recependo quanto già stabilito dal recente DdL Semplificazioni, con riferimento alla continuità didattica agli alunni con disabilità, dispone che “al fine di garantire la continuità dei docenti a tempo determinato su posto di sostegno, si prevede la possibilità, su richiesta della famiglia dell’alunno con disabilità, di ottenere la conferma del docente in servizio nel precedente anno scolastico, previa valutazione del dirigente scolastico e nell’interesse del discente.”

Ebbene, secondo le organizzazioni sindacali, se le famiglie potessero, senza alcun criterio di trasparenza, scegliere o individuare gli insegnanti per i propri figli, sarebbe davvero preoccupante, perché questo meccanismo “clientelare” farebbe degenerare il nostro sistema scolastico verso una deriva inaccettabile di privatizzazione e precarizzazione.

Pur nel rispetto dell’opinione di tutti, mi sento di dissentire con tali prese di posizione fuorvianti da parte dei Sindacati, dal momento che quanto previsto dal DL scuola varato dall’Esecutivo la scorsa settimana in materia di continuità didattica non fa altro che reiterare la previsione normativa già sancita dalla Legge 107 del 2015, la cosiddetta Legge sulla Buona Scuola declinata in seguito dall’art 14 del D. lgs. 66/17.

Vorrei rassicurare le O.O. S.S. perché, anche ai sensi delle norme di cui sopra, la conferma della supplenza del docente di sostegno non sarebbe affatto automatica, se richiesta dalla famiglia; infatti, come sancito dalla normativa vigente, essa è subordinata alla disponibilità del docente e, naturalmente, ad un’attenta e ponderata valutazione di opportunità da parte del dirigente scolastico.
Inoltre, fatto non meno rilevante, questa decisione del Ministro, già prevista da ben due norme primarie, sembra finalmente tenere conto della delicatezza della personalità degli alunni con disabilità che molto a fatica entrano in sintonia con il docente di sostegno, figuriamoci se poi, come di sovente desolatamente avviene, sono costretti a cambiare l’insegnante di sostegno di anno in anno.

Per tutte queste ragioni, ritengo certamente necessario ed indifferibile il DL scuola licenziato dal Governo il 24 maggio 2024 u.s., anche alla luce dei numeri in nostro possesso davvero allarmanti: sulla base del recente rapporto dell’ISTAT sugli studenti con disabilità, infatti, rileviamo come la quota di studenti con disabilità che hanno cambiato insegnante per il sostegno rispetto all’anno precedente è pari al 59,6%, salendo al 62,1% nelle scuole secondarie di primo grado e raggiungendo addirittura il 75% nelle scuole dell’infanzia.

Questa grave situazione determina di fatto l’impossibilità di assicurare agli allievi con disabilità quella continuità didattica che risulta essere un fattore determinante per favorirne il successo formativo.
D’altra parte, sono altrettanto convinto che tale Decreto Legge sul sostegno didattico agli alunni con disabilità possa e debba essere migliorato. Al riguardo, faccio un appello al Presidente della FISH Vincenzo Falabella affinchè si adoperi con la sua solita sollecitudine, determinazione e competenza nel presentare una proposta emendativa che vada nella direzione della previsione, all’interno del predetto Decreto Legge, dell’obbligo di permanenza dell’insegnante specializzato di ruolo e a tempo indeterminato per l’intero ciclo d’istruzione seguito dal suo alunno con disabilità (infanzia, primaria e secondaria di primo e di secondo grado).

Questa sarebbe veramente e finalmente la “madre” di tutte le riforme del sostegno.

Gianluca Rapisarda

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