Il nuovo ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli, ha acceso le speranze dei sindacati del comparto scuola, che però, in maniera univoca, chiedono un cambio di passo rispetto alla precedente amministrazione.
I primi auguri di buon lavoro per il neo ministro Valeria Fedeli, sono arrivati dalla Cisl Scuola, con Maddalena Gissi, segretario generale, che commenta: “siamo certi che la sua intelligenza e la sua sensibilità possano contribuire, dopo una lunga stagione di disagio e tensione, a ristabilire un clima di serenità nel mondo della scuola, che attende anche, attraverso il rinnovo del contratto, di vedere più giustamente riconosciuto il valore del lavoro di tutto il personale che vi opera”.
La Flc Cgil da un lato sottolinea che “il Governo Gentiloni presenta significativi tratti di continuità con il Governo presieduto da Matteo Renzi, mentre è evidente che il voto del 4 dicembre ha pesato sulla decisione di cambiare il Ministro dell’Istruzione”. Dall’altro lato, il sndacato guidato da Sinopoli, spera che Fedeli possa “ricostruire corrette, stringenti ed efficaci relazioni sindacali, il cui banco di prova sarà il rinnovo dei contratti”.
Pieno di speranza anche l’augurio del segretario generale della Gilda, Rino Di Meglio, che invece chiede al nuovo ministro di intervenire “sugli aspetti più deleteri della legge 107/2015, primi fra tutti la chiamata diretta e la titolarità dei docenti sugli ambiti territoriali”.
Di parere decisamente diverso Piero Bernocchi, portavoce Cobas che invece vede “la sostituzione della Giannini – che di certo non verrà rimpianta – con Valeria Fedeli uno di quei casi in cui il detto ‘dalla padella alla brace’ calza a pennello’.
Bisogna aspettare per giudicare l’operato di Valeria Fedeli e verificare se effettivamente vorrà imprimere un forte segno di rottura con l’amministrazione Giannini.
Di sicuro il nuovo titolare a Viale Trastevere avrà in mano una bella patata bollente, considerando il clima incandescente che si è creato attorno a Stefania Giannini mese dopo mese nel corso del suo mandato.
I nodi, come abbiamo già scritto in precedenza, sono tanti: dalle 9 deleghe della Buona scuola alla formazione del personale. Dai correttivi della legge 107/2015 alla mobilità degli insegnanti, che ha causato un vero e proprio caos la scorsa estate. Senza contare che c’è da concludere il concorso docenti 2016 e far partire quello per i dirigenti scolastici, latitante da mesi.