I sindacati della scuola tornano a parlare di unità. Lo fanno al congresso nazionale della Cisl Scuola in corso a Firenze, i leader dei Confederali e della Gilda degli insegnanti, in vista di un rinnovo contrattuale che si presuppone a dir poco faticoso e della prospettiva di vedere bloccati ulteriormente gli scatti automatici
A fare gli onori di casa, introducendo l’argomento, parlando di “tensione unitaria” rimasta “nel Dna dell’organizzazione, nonostante le prolungate fasi di rottura, soprattutto con la Cgil, vissute negli ultimi tempi”, è il segretario della Cisl di comparto Francesco Scrima. “Sappiamo che l’unità è forza – ha detto Scrima – ma va costruita su principi di piena autonomia e svolgendo il proprio ruolo negoziale senza cedimenti alla demagogia e al massimalismo”.
Gli hanno poi fatto eco Massimo Di Menna, segretario nazionale Uil Scuola, e Rino Di Meglio, coordinatore della Gilda, anche in forza dei percorsi vertenziali condivisi su alcune partite come assunzioni e scatti di anzianità. Ma, un po’ a sorpresa, anche Mimmo Pantaleo, leader della Flc-Cgil, ha aperto alla ripresa di un cammino comune sui temi di una necessaria svolta sulle politiche scolastiche e della richiesta di avviare la fase negoziale per il rinnovo del contratto.
Lo spunto per iniziative comuni, nel solco già tracciato dalle confederazioni che insieme manifesteranno il 22 giugno a Roma, potrebbe venire dagli annunciati interventi su rinvio dei rinnovi contrattuali e ulteriore blocco di un anno delle anzianità. Ipotesi che Scrima boccia in modo netto. “Dopo quanto detto ieri, con la richiesta di andare subito a un rinnovo contrattuale fortemente orientato ala crescita di qualità, non potremmo accettare supinamente che si faccia l’esatto contrario. Avrò modo di dirlo già domani (mercoledì 22 maggio ndr) direttamente alla neo ministro Carrozza”.
L’impressione è che l’unità sindacale dipenda anche da come reagirà alle richieste sindacali il nuovo responsabile del Miur, che diventerà portavoce della politica che vorrà avviare il Governo sul fronte dell’Istruzione. Se non dovessero esserci cambiamenti di rotta, rispetto a tagli, spending review e dimensionamenti scolastici vissuti nell’ultimo Governo, il ritorno all’unità sindacale diventerà ancora più probabile. Anche i sindacati più concertativi, infatti, a quel punto non avranno più motivo di mantenere in vita un dialogo privo di riscontri a salvaguardia dei lavoratori.