Una cancellazione che, per gli anni che vanno dal 2016 al 2018, vale oltre un miliardo di euro. A ciò si aggiunge il rischio che il blocco del contratto, attualmente fissato al 2015, possa durare anche nel successivo triennio e quindi sino al 2018.
E’ una proposta inaccettabile, in contrasto con l’esigenza di riconoscere il valore del lavoro di chi ogni giorno fa funzionare la scuola: senza tale riconoscimento è impossibile ipotizzare qualsiasi processo innovativo. Altrettanto inaccettabile è il tentativo di regolare per legge diritti, doveri, orario di lavoro e valutazione.
Come prima forma di pressione, Cisl Scuola, Flc Cgil, Uil Scuola, Snals e Gilda lanciano in tutte le scuole e tra tutto il personale la “raccolta firme“ #sbloccacontratto.
“Chiediamo alle lavoratrici e ai lavoratori della scuola di garantire una forte partecipazione a tutte le iniziative che saranno “messe in campo”, poiché senza partecipazione e consenso non sarà possibile rispondere con successo all’ennesimo tentativo di attacco al salario e ai diritti”.
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