Social media e impatti su bambini e ragazzi, un fenomeno sempre più all’attenzione di esperti e pedagoghi.
Bambini e teenager europei ed americani stanno utilizzando sempre più social media e app di video e chatbot su dispositivi digitali. La pandemia ha accelerato l’uso di questi strumenti e piattaforme digitali, registrando un balzo in avanti del numero di ore d’uso. Un incremento più rapido di quattro volte rispetto ai quattro anni precedenti.
Tra i social più usati dai giovani TikTok ha superato Snapchat insieme anche a Instagram che risulta essere ancora molto in voga tra i teenagers. Perde posizioni Facebook che già da tempo aveva perso appeal tra i giovani ed è rimasto quello più usato dagli adulti
Nelle cronache di tutti i giorni troviamo purtroppo ancora casi di effetti devastanti dei social network su adolescenti e bambini, ancora abbiamo a mente la bambina di Palermo morta per una sfida estrema , un’altra che fugge con amica e cosi tanti altri casi di comportamenti deviati legati all’iper connessione dei soggetti alle APP di Tik Tok o social simili.
Un problema che non è solo italiano ma il livello di guardia è salito in tutti i Paesi.
Nel frattempo, aumentano gli studi scientifici che confermano gli impatti sui giovani da parte dei social e in particolare TikTok.
Uno di questi studi esamina in particolar modo gli effetti sul cervello, ed è emerso che i video veloci sui social possono danneggiare la capacità di concentrazione e lo sviluppo cognitivo più di quanto avveniva con la fruizione dei video su Youtube.
Secondo Car Marci uno pischiatra del Massachusetts General Hospital di Boston “È difficile guardare le tendenze all‘aumento del consumo dei media di tutti i tipi, il multitasking dei media e la crescita dei tassi di ADHD (Disturbo da Deficit di attenzione iperattiva) nei giovani e non concludere che c’è una diminuzione della loro capacità di attenzione”
I risultati di ulteriori ricerche, suggeriscono che guardare video brevi e veloci rende più difficile per i bambini sostenere attività che non offrono una gratificazione immediata e costante.
Altre ricerche empiriche come quella effettuata dal Wall Street Journal mostrano (fonte Agenda Digitale) come Instagram e TikTok sono in grado di condizionare negativamente la percezione di sé peggiorando per esempio i casi di disturbi di anoressia, oppure facilita disturbi di attenzione e depressione. Sempre la stessa ricerca ha evidenziato inoltre casi negli USA di comparsa di tic nervosi associati alla visione dei video su TikTok.
Altro aspetto da non sottovalutare sono gli effetti dell’utilizzo sempre più massivo di algoritmi di intelligenza artificiale e machine learning in grado di personalizzare e raccomandare i contenuti della fruizione dei ragazzi in linea con i propri gusti ma che hanno l’obiettivo di fidelizzarne la presenza sul social.
Gli esperti consigliano i genitori e educatori di accompagnare all’utilizzo dei social evitando di esporli senza controllo e senza un limite all’esposizione di questi video veloci e di non regalare smartphone già dai primi anni delle elementari. Gli adulti dovrebbero essere in grado di tener presente le esigenze evolutive dei pre-adolescenti, quindi non controllare ma “governare” l’utilizzo dei dispositivi lasciando i dovuti margini di autonomia.
Infine, vanno interpretati correttamente e fin da subito eventuali comportamenti deviati sull’uso dei social e dei dispositivi digitali, come ad esempio un iper-utilizzo, impostando poche regole ma chiare, ponendo dei limiti e analizzando ogni tipo di comportamento anomalo. Se un ragazzo non esce, capiamo i motivi perché se un ragazzo è inibito e gli vengono vietati i social, facciamo ulteriori danni allo sviluppo della sua socialità.
E’ molto importate quindi abituare fin da subito i ragazzi all’autodisciplina nella gestione dei tempi stimolandoli su attività all’aperto e di socializzazione, come lo sport.
In sintesi quindi le tre regole principali sono “orari, spazi e modelli” per una corretta regolamentazione dell’uso del mondo digitale. Più che screditare i social, meglio guardare con loro i video, commentarli insieme, non ha senso criticare asetticamente tutto il contesto digitale, ma è meglio evidenziarne gli aspetti positivi. Stesso discorso vale per la scuola, vietare l’uso degli smartphone o di Internet non ha senso, meglio trovare un giusto compromesso tra l’utilizzo in classe con le dovute regole, cercando di trovare insieme il modo migliore per far si che possano diventare strumenti utili alla didattica e per l’apprendimento degli stessi ragazzi.
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