Sempre attuali le questioni riguardanti la nomina dei supplenti in caso di assenza dei docenti. A darne ulteriore conferma è la nota che campeggia sul sito dell’Ambito Territoriale di Siena proprio in queste ore: “Nomina di docenti a tempo determinato”.
A seguito di alcune lagnanze trasmesse a questo Ufficio anche per le vie brevi, si ricorda che, come è noto, laddove si presenti la circostanza di dover effettuare la nomina di un docente a tempo determinato o per sostituzione di un titolare o per qualsiasi altra ragione e che tale nomina rientri nelle fattispecie previste dal Regolamento (DM 13.6.2007), sussiste un preciso obbligo giuridico di effettuare la nomina, non essendo necessaria alcuna autorizzazione da parte dell’ UST o dell’ Amministrazione Scolastica.
Né possono essere utilizzate, in senso contrario argomentazioni riguardanti, ad esempio le Graduatorie, ovvero di altra natura (anche economica).
Questo obbligo ha carattere rafforzato nel caso sia necessario garantire allo studente disabile il diritto all’ integrazione, ai sensi della Legge 104/92 e della Convenzione ONU sottoscritta dalla Repubblica.
L’ obbligo giuridico in parola incombe in primis, ai sensi del T.U. 297/1994 e del DLGS 165/2001 sul Dirigente Scolastico. La presente nota ha carattere informale ed è redatta nell’ ambito dei compiti di consulenza e supporto che fanno capo a questo UST. UST di Siena – Area Tre – Servizio Affari Legali Funzionario F4 – Dott. Ernesto Nieri” Ancora una volta, dunque, sembra materializzarsi l’incubo del Dirigente Scolastico medio: da un lato l’Amministrazione con una mano punta il dito in faccia ai Dirigenti Scolastici ribadendo che bisogna assicurare il diritto allo studio degli studenti, con l’altra tuttavia si dà una bacchettata ai Presidi “spendaccioni” (come dimostrano i richiami che certi Dirigenti debbono subire nel corso dell’anno, superata una certa soglia di ore di supplenza attribuite).
È forse arrivata l’ora che i Dirigenti Scolastici, molti dei quali si trovano sovente a loro agio nel “farsi valere” nei confronti dei docenti “sottoposti”, facciano sentire la loro voce al cospetto dei loro “capi”