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I tagli di ore e di fondi sull’Alternanza scuola-lavoro

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Non capisco, o forse capisco troppo bene.

Per consentire ai ragazzi del triennio delle superiori di seguire l’Alternanza Scuola-Lavoro, a disposizione c’erano 100 milioni di euro all’anno per tutte le scuole italiane.

Comunque, un bell’investimento, se fatto seriamente.

Come seriamente l’Alternanza è stata fatta in tante scuole: percorso formativo in terza, con esperti esterni e simulazione individuale di colloquio di lavoro, con formazione e stage in azienda in quarta e conclusione all’inizio della quinta. Patto formativo serio, con tutor aziendali e tutor scolatici. Fatta bene e da fare ancora bene, come da customer, con riscontro qualitativo all’esame di maturità.

I 100 milioni erano in verità pochi, tanto che diverse scuole completavano il finanziamento statale con fondi del proprio bilancio, pur di garantire la qualità del servizio.

Ora, invece di verificare chi l’avesse fatta bene e chi no, si preferisce tagliare: meno della metà delle ore e metá fondi. Dalle 200 ore per i licei e 400 per i tecnici e professionali a 90 ore per i licei, 150 per i tecnici e 180 per i professionali.

Altro che cultura del lavoro, di conoscenze e abilità che si traducono in competenze a tutto tondo, cioè di vita, prima che prettamente scolastiche disciplinari ed interdisciplinari. Capaci di dare una mano ai ragazzi di oggi, perché invitati/costretti a misurarsi con la realtà in divenire.

Erano pochi i fondi, ora sono la metà. Ma le scuole avrebbero, se lo volessero, la possibilità di fare più ore rispetto a quelle adesso previste.

La scuola, per chiudere, non è purtroppo una priorità, la prima preoccupazione di un Paese capace di guardare in faccia il futuro.

I nostri figli e nipoti ancora una volta penalizzati. Loro se ne stanno rendendo conto?