Come era facilmente prevedibile, le notizie dal fronte dei provvedimenti legislativi che interessano direttamente o indirettamente la scuola non sono per nulla positive.
Chi si illudeva che sarebbe bastato un Governo con qualche ministro di centro-sinistra per garantire una inversione di rotta dovrà farsi una ragione del fatto che recuperare nuove risorse per la scuola non è una operazione facile.
L’ultima notizia riguarda il decreto legge sul lavoro.
La denuncia arriva dalla CislScuola che sostiene che per finanziare i percorsi di istruzione e formazione tecnica superiore si attingerà al fondo per la valorizzazione e lo sviluppo professionale del personale docente (in pratica si tratta dei fondi derivanti da tagli legati all’applicazione del Piano programmatico del 2008).
Ma la cosa non è strana perché fin dall’inizio il ministro dell’Economia Saccomanni aveva detto che ciascun ministero sarebbe stato libero di fare tutto ciò che voleva ma con proprie risorse e non con fondi aggiuntivi.
Nella stessa direzione va il parere definitivo emesso nella giornata del 25 giugno dalla Commissione Affari Costituzionali del Senato in materia di regolamento sul blocco della contrattazione: il documento approvato in Commissione dà via libera la Governo pur con qualche modesta osservazione.
Ma è molto probabile che il peggio debba ancora arrivare perché se ci dovesse essere una manovra correttiva anche la scuola dovrà fare la sua parte.
E, a questo punto, l’unico spazio significativo di manovra resterà quello dei comandi (già ridotti all’osso) e degli esoneri dal servizio per i collaboratori dei dirigenti scolastici (già lo scorso anno nella legge sulla spending review erano state inizialmente previste misure restrittive che poi all’ultimo momento erano state cancellate).
Anche per questo la proposta di legge sui docenti inidonei potrebbe subire una secca battuta d’arresto.