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I tedeschi bocciano la loro scuola: basta col federalismo e largo al tempo pieno

Se in Italia c’è malcontento per l’istruzione pubblica, nei Paesi dell’area Ue l’opinione pubblica non è da meno: l’ultima lamentela di massa giunge dalla Germania, dove il più grande studio mai condotto in tema di istruzione ha rivelato che i cittadini tedeschi valutano la scuola con uno stringatissimo 4+.
La bocciatura dovrebbe far riflettere i responsabili dell’istruzione tedesca perché lo studio ha coinvolto ben 130mila cittadini: grazie ai finanziamenti dalla Fondazione Bertelsmann e dalla Roland Berger Strategy Consultants, gli intervistati hanno risposto a un questionario online tra il 14 febbraio e il 9 marzo, su iniziativa del quotidiano Bild e di quello turco Hurriyet .
Per migliorare il livello scolastico, il 72% de sarebbe persino disposto a pagare più tasse, mentre solo il 43% farebbe altrettanto per migliorare il sistema sanitario. Ma il dato probabilmente più interessante è quello relativo al federalismo scolastico: dopo un lungo periodo di consensi, avrebbe perso il sostegno della popolazione. Un dato per tutti: solo l’8% ritiene che debbano esistere differenze di materie scolastiche a seconda dei Laender, mentre il 92% è a favore di una pianificazione e di un percorso didattico comune a livello federale. Per l’83% degli intervistati la “concorrenza” in questo ambito non porta alcun vantaggio.
Ma ci sono anche altre indicazioni interessanti: l’87% dei tedeschi consultati vorrebbe mantenere la gratuità della scuola dell’obbligo, il 67% vorrebbe estenderla anche agli asili nido e alla materna. La grande maggioranza preferirebbe anche il tempo pieno (81%), di questi il 42% come obbligo, il 38% facoltativo. Pochi consensi ha anche riscosso la meritocrazia anticipata: a due intervistati su tre non piace la selezione dei bambini al termine della quarta classe (67%). E quasi uno su due, il 45%, vorrebbe lasciare i bambini insieme fino alla sesta. Insomma, anche in Germania se la popolazione potesse decidere organizzerebbe una scuola pubblica fortemente diversa da quella in vigore.
Alessandro Giuliani

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