Didattica

I test invalsi non spariranno. Bussetti: mai detto di abolirli, ma va cambiato il sistema di valutazione

Sbaglia grosso chi ha creduto ad un ripensamento del ministero dell’Istruzione sui nuovi sistemi di valutazione standardizzati su cui l’amministrazione ha investito negli ultimi: a farlo intendere è stato il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, durante un suo intervento a Zapping, andato in onda su Rai Radio1 lunedì 17 febbraio.

L’obiettivo è rendere il sistema di valutazione più efficiente

“Non ho mai detto di voler abolire i test Invalsi”, ha detto in modo perentorio il responsabile del Miur.

Bussetti ha continuato il discorso sottolineando che la sua volontà è quella di rendere “il sistema di valutazione” dei nostri studenti più efficiente” di oggi, in modo da “migliorare la qualità e renderla più efficace la valutazione perché si passi da una diagnosi a una cura”.

“Oggi la valutazione, così come è non va bene”

“Invalsi o Anvur, è un discorso generale sulla valutazione per me la valutazione serve per darmi una misura di dove sono per migliorare”, ha detto ancora Bussetti, ricordando che “lo scopo di rivedere il sistema di valutazione è migliorarlo in funzione del successo formativo degli studenti”.

Così “la valutazione a cui io penso serve per migliorare il servizio anche per l’uso che ne farà”. Test soppressi o no?, chiede il conduttore del programma, e il ministro risponde: “E’ tutto da ragionare e definire ma il tema è della valutazione, così come è non va bene i risultati devono comunque essere stabilizzati per una comparazione”;

Il dubbio era sorto dopo che alcune settimane fa il ministro ha prima annunciato che “l’Invalsi, per quest’anno, resta fuori dall’Esame”.

Che fine faranno Invalsi, Indire e Anvur?

Qualche giorno fa, poi, è trapelata la notizia che Invalsi, Indire e Anvur potrebbero avere vita breve.

Il progetto è contenuto nel ddl sulla semplificazione amministrativa con una delega al Governo per l’emanazione di norme finalizzate alla “razionalizzazione, eventualmente anche attraverso fusioni e soppressioni, di enti, agenzie, organismi comunque denominati, ivi compresi quelli preposti alla valutazione di scuola e università, ovvero attraverso trasformazione degli stessi in ufficio dello Stato o di altra amministrazione pubblica, salvo la necessità di preservarne l’autonomia, ovvero ancora liquidazione di quelli non più funzionali all’assolvimento dei compiti e delle funzioni cui sono preposti”.

La puntualizzazione odierna di Bussetti rimette però tutto in discussione. L’obiettivo, al momento, tenendo conto delle notizie sinora a disposizione, è che si vada a voler costruire un nuovo organismo, in grado di gestire al meglio il futuro sistema di valutazione nazionale.

Alessandro Giuliani

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