E hanno inviato una lettera, riporta ltaonline.wordpress.com, ad Andreas Schleicher, responsabile del PISA, dove sostengono che l’OECD ha assunto di fatto il potere di plasmare le politiche educative in tutto il mondo, utilizzando test “notoriamente imperfetti” e incoraggiando i governi a cercare “soluzioni a breve termine” per scalare la propria classifica.
Questo tipo di approccio, sostengono i firmatari, uccide la “gioia di imparare” trasformandola in mera “fatica” e conterrebbe pure il virus delle “misure quantitative” per classificare e etichettare alunni, insegnanti e dirigenti.
L’OECD insomma sarebbe interessata in modo particolare al ruolo economico delle scuole nella società, mettendo di lato quello storico e politico dell’istruzione che è quello di diroccare le disuguaglianze socio-economiche. Inoltre, per i firmatari della lettera, la stessa organizzazione dell’OECD non ha nessun mandato democratico in ambito educativo. La sua influenza sarebbe quindi l’influenza di un “club” chiuso i cui membri sono tali soltanto su invito.
Il presidente Scleicher invece risponde sostenendo che il sistema PISA aiuta l’educazione in quanto incoraggia l’apertura verso idee e prassi di altri paesi.
In sintesi, il problema della standardizzazione e dell’omologazione verso modelli ritenuti “assoluti” e adattabili a ogni contesto, continua a far discutere accademici, insegnanti e responsabili delle politiche educative di tutto il mondo. Il ripensamento dei sistemi della formazione è una cosa, la burocratizzazione e l’appiattimento di idee e prassi un’altra.
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