I test universitari ad aprile distolgono gli studenti dallo studio
Una delle lamentele del momento, che provengono dagli studenti e dai loro prof, nonché da diversi dirigenti scolastici allarmati, è quella che vede impegnati i maturandi italiani, obtorto collo, per prepararsi e sostenere i test per accedere alle facoltà universitarie, che da quest’anno sono stati anticipati ad aprile.
I test per l’accesso all’università che fino all’anno scorso si svolgevano subito dopo aver sostenuto l’esame di Stato, quest’anno per volere dell’ex ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza sono stati anticipati ad aprile. Questo anticipo è per molti studenti e professori un vero e proprio intralcio al regolare svolgimento della programmazione delle quinte classi degli istituti d’istruzione secondaria di secondo grado.
Ci viene segnalato che alcuni dirigenti scolastici avrebbero di prendere carta e penna per scrivere, all’attuale ministro dell’istruzione Stefania Giannini il loro malcontento per questo anticipo dei test universitari.
Alcuni professori di materie scritte di esame di Stato raccontano di alunni deconcentrati nello studio, per perseguire la preparazione a questi test. In alcuni casi gli studenti che vanno a sostenere i test anche lontano da casa, si assentano anche dalle lezioni, per recarsi nelle sedi universitarie per sostenere il test per accedere nella facoltà prescelta.
Probabilmente chi ha deciso questo anticipo, non ricorda o ha sottovalutato, quanto sia importante per i ragazzi, soprattutto in questa fase dell’anno scolastico, la concentrazione e l’impegno nello studio, in modo tale che possano sostenere con pieno successo il primo e vero esame della loro vita. Alcuni dirigenti in maniera più diplomatica, consigliano i docenti di rallentare con il programma, di assegnare meno compiti a casa, in questo particolare mese di aprile, in modo da consentire agli studenti un organizzazione del lavoro che possa conciliare lo studio curricolare e la preparazione ai test universitari. Quindi oltre chi si lamenta c’è anche chi sdrammatizza e consiglia di conciliare i due impegni di studio utilizzando il massimo del buon senso. Esistono anche realtà scolastiche dove i dirigenti hanno pensato di proporre corsi ad hoc di preparazione ai test di medicina, ingegneria, matematica, fisica, chimica.
Certo in tempi di vacche magre dove non tutte le scuole hanno capacità economica di organizzare questi corsi, il problema è reale e forse il ministro Giannini dovrebbe pensare ad una soluzione