Categorie: Politica scolastica

“I vecchi titolari non vadano sul potenziamento”

Unicobas contro lo “spezzatino” delle cattedre che si sta realizzando in molte scuole, anche con il consenso dei collegi dei docenti.

In pratica, grazie anche all’ultima nota ministeriale del 5 settembre scorso, le scuole stanno procedendo ad una gestione “flessibile” dell’organico distribuendo le ore e le attività del “potenziamento” fra i docenti che sono ancora titolari di cattedra in quanto assunti ante legem 107.

“Se il docente titolare di cattedra accettasse di essere ‘spostato” sul ‘potenziamento’ –  sostiene Unicobas – perderebbe di fatto la titolarità con quanto ne conseguirebbe. Accettare significa eliminare ogni distinzione dentro l’ organico dell’autonomia: cosa gravissima e non prevista nemmeno dalla legge 107/2015 che, al comma 5, non elimina le graduatorie interne d’Istituto, né la titolarità di sede per i docenti assunti in ruolo prima (i quali conservano la titolarità su scuola, decadendo solo per partecipazione alla mobilità volontaria o perché perdenti posto)”.

 

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“La legge 107 – aggiunge ancora il segretario nazionale Stefano d’Errico –  differenzia di fatto lo stato giuridico dei docenti a seconda delle fasi di assunzione; invece, la nota ministeriale (atto amministrativo, giuridicamente di rango inferiore alla legge) configura un organico dell’autonomia nel quale tutti perderebbero la titolarità, dando ai dirigente scolastici la possibilità di spostare i docenti ‘titolari’ sul ‘potenziamento’ e parificandoli quindi al ‘potenziamento’ (primo passo per confinare tutti i docenti negli ambiti territoriali)”.
Secondo Unicobas l’unica soluzione corretta sarebbe quella di rivendicare la titolarità su sede per tutti i docenti e non già indurre a “rinunce” alla titolarità da parte dei docenti con maggiore anzianità per “solidarizzare” con i neo-assunti.
La linea dell’Unicobas è chiara: “Occorre che i docenti titolari non diano tale disponibilità (cosa che, peraltro, inquinerebbe anche il criterio della continuità didattica) e fare ricorso laddove la sottrazione di ore alle cattedre venisse operata d’ufficio. Nessuno (nemmeno il collegio all’unanimità) può obbligare un titolare di diritto ad accettare di perdere ore a vantaggio di progetti o di altri colleghi con meno punti”. 

 

Reginaldo Palermo

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