A pochi giorni dall’apertura delle scuole l’Ufficio scolastico regionale ha reso noto alla ministra Stefania Giannini che mancano 429 posti di personale non docente: collaboratori, assistenti amministrativi e assistenti tecnici.
«Nonostante l’impiego ottimale del continente assegnato sia in organico di diritto che in organico di fatto, non è possibile assicurare le necessarie condizioni di sicurezza e incolumità degli alunni». Le scuole del Veneto, pubblica Il Mttino di Padova, si sono viste assegnare quest’anno una quota di 15.656 unità di personale Ata, 181 in meno rispetto a quelli del 2015 che già erano insufficienti.
Proprio ieri sono stati nominati in ruolo 889 addetti di personale non docente (18 segretari, 175 assistenti amministrativi, 84 assistenti tecnici e 612 collaboratori scolastici), ma si tratta in questo caso di stabilizzazioni per coprire il posto di personale trasferito o andato in pensione. Il problema della ingestibilità delle scuole senza un numero adeguato di bidelli è invece sempre più grave.
«Non sarà possibile garantire l’apertura, la chiusura, la vigilanza e la sicurezza degli allievi», è scritto nella missiva. Grosso problema anche per gli studenti disabili, per i quali già mancano in servizio e tra i supplenti insegnanti in possesso della specifica specializzazione. Con il personale non docente attualmente assegnato non sarà possibile garantire a tutti l’assistenza nelle ore non coperte dagli assistenti nominati dai Comuni. Problemi, segnala inoltre l’ufficio scolastico regionale, ci saranno anche le segreterie, che quest’anno avranno anche un carico maggiore per organizzare gli stage degli studenti nelle aziende.
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Difficoltà e ricorsi si annunciano per gli insegnanti di potenziamento, per la prima volta assunti su base nazionale e assegnati nei luoghi in cui c’è maggiore necessità secondo un algoritmo assai criticato. Tra i 5.000 insegnanti che a livello nazionale hanno presentato ricorso sostenendo di aver diritto a un destinazione più vicina di quella assegnata dal Miur, circa la metà ha ricevuto un invito a «conciliare»: una seconda offerta per evitare il contenzioso. Tra i docenti destinati al Veneto, ci sono stati 174 tentativi di conciliazione, ma solo 83 insegnanti hanno accettato la proposta alternativa.
«Si apre per questi insegnanti» spiega la delegata sindacale della Cisl scuola Tina Cupani , «la possibilità del ricorso individuale al giudice del lavoro. È probabile che molti si avvarranno della possibilità di avere l’assegnazione provvisoria nel paese di provenienza o che, in attesa l’esito del ricorso, ci sarà chi presenterà una giustificazione per non prendere servizio nel Veneto».