Secondo l’ultimo sondaggio dell’Osservatorio sulle Gite Scolastiche di Skuola.net, la metà esatta (50%) – dei 12 mila studenti (di medie e superiori) presi a campione – non partirà più coi viaggi d’istruzione.
Al Sud in modo particolare, per decisione della scuola, la quota di ragazzi che resteranno a casa diventa maggioritaria, salendo al 55%. A questo dato vanno aggiunti gli studenti – il 7%, quasi 1 su 10 – che, pur potendo, non andranno in gita volontariamente.
Il 28% salterà invece il viaggio per motivi economici, mentre sono tanti (22%) quelli che non si aggregano semplicemente perché, per le ragioni più varie, non hanno voglia di stare con i compagni al di là del tempo passato in classe.
A conti fatti appena il 43% dei ragazzi andrà in gita. Più favoriti i ragazzi dei Licei, dove in media i partenti sono, di poco, la maggioranza (51%).
Tra le cause di questo picco negativo, secondo Skuola.net, in 1 caso su 4 ci sarebbe il rifiuto dei prof ad accompagnare gli alunni: troppo rischioso.
Ma ci sono pure altri motivi: le questioni disciplinari (decisive nel 9% dei casi) o economiche (7%) oppure l’assenza di adesioni a sufficienza (7%).
Tuttavia viene pure registrato che la geografia dei viaggi d’istruzione sta cambiando.
Più di 1 studente su 3 si muoverà alla volta di una destinazione diversa dai luoghi classici, per causa della necessità di tenere sotto controllo i ragazzi.
In ogni caso la maggior parte (56%) resterà in Italia (con un picco, naturale, alle scuole medie: 80%). Neanche le gerarchie si discostano da quelle del passato. Firenze (11%), Napoli (9%) e Roma (9%): sono sempre loro tre le mete più affollate.
Così come, si conferma delle città europee tra cui si distribuiranno gli studenti: Barcellona (9%, in netta risalita rispetto all’anno scorso), Londra e Berlino (8%).
L’interesse culturale è, invece, sempre più il parametro fondamentale utilizzato per selezionare la meta finale (70%).
Molto più indietro (20%) i fattori economici. La minaccia terroristica non fa paura (5%). Così come la sicurezza del mezzo di trasporto non è tra le priorità (5%).
A tal proposito, il pullman (46%) resta il mezzo più utilizzato, specie per i viaggi nazionali.
Le compagnie aeree low-cost (19%) si fanno preferire rispetto a quelle tradizionali (17%). Qualcuno, però, si muove in treno (12%).
Il periodo in cui si parte di più è la primavera (75%, 3 gite su 4), mentre la permanenza media è di quattro (20%) o cinque (23%) giorni, ma quasi 1 su 3 – il 31% – si limiterà al massimo a tre giorni.
Per quanto riguarda la spesa: il 43% sborserà tra 200 e 400 euro, ma 1 su 4 ce la farà con meno di 200 euro.
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