Secondo gli psicologi questo genere di approccio didattico è una opportunità: “Il gioco consente di interagire con le informazioni, anziché assorbirle passivamente”, ha spiegato l’esperta di comunicazione Fabrizia Mantovani al Corriere della Sera.
E allora se si vogliono imparare le traiettorie, agevolando il compito del prof di fisica, basta sparare al maialino: la traiettoria del proiettile illustrerà il principio della fisica. Ma non solo. Problemi con l’educazione ambientale? Basta proiettare sulla Lim il videogioco della città ideale dove oltre al concetto di architettura ecosostenibile si possono imbastire lezioni di scienze, economia, educazione civica.
Anche i programmatori italiani si sarebbero si sono messi al lavoro e, negli ultimi tempi, si sono moltiplicati i games a tema storico, geografico e matematico: Pharaon è completamente dedicato al mondo degli antichi egizi, Total war s’ispira alle vicende dell’Impero Romano e Place Spotting avvicina i piccoli studenti al mondo dell’algebra.
E infatti i ragazzini di una scuola americana, dove è stato introdotto SimCity Edu: Pollution Challenge, che attinge a diverse discipline come educazione ambientale, scienze, economia, educazione civica, stanno facendo singolari progressi.
Sempre più presenti nelle aule dei paesi tecnologicamente avanzati, si legge sul Corriere, quando i giochi elettronici «entrano in una classe fanno immediatamente schizzare l’attenzione dal 70 al 110%». Serious games: un tempo si chiamavano così i giochi con le carte. Giochi seri. Da una decina d’anni è il nome di un movimento, il cui scopo è analizzare l’impatto educativo, terapeutico e sociale delle nuove tecnologie di gioco e usarle con obiettivi pedagogici e di formazione.