Una recente indagine condotta da due economisti della Metropolitan Stare University di Denver, pubblicata dal sito InsiderHigherEd, dimostrerebbe come i professori universitari finiscano per dare voti migliori alle ragazze più carine rispetto a quelle che lo sono meno. Pregiudizio che non condiziona invece i voti dei ragazzi.
Gli esperti hanno paragonato oltre 160 mila votazioni in cinque anni con le foto delle carte di identità degli studenti, assegnando ad ognuno un livello di bellezza: le ragazze al di sopra della media per il loro aspetto fisico hanno preso sistematicamente voti migliori. A conferma del loro studio, confrontando i voti presi dagli stessi studenti nei corsi online, la differenza di aspetto fisico non ha alcun effetto.
Gli studiosi sospettano che ciò potrebbe darsi al fatto che i professori siano inconsciamente portati ad avere un atteggiamento più accondiscendente con le ragazze più carine oppure che spendano più tempo a rispondere ai loro dubbi e alle loro domande durante le lezioni e che dunque, con il passare dei mesi, finiscano per aiutarle a diventare effettivamente studentesse migliori.
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Tre anni fa anche l’Ocse ha pubblicato uno studio che dimostra come i prof generalmente non siano imparziali. A prendere i voti migliori a parità di preparazione secondo il Focus Pisa 2013/03 sarebbero proprio le ragazze e in generale gli studenti più benestanti. Un fenomeno diffuso in tutto il mondo ma definito «preoccupante» dagli esperti anche in Italia. Dati che portano acqua al mulino di chi privilegia esami standardizzati e anonimi corretti non scuola per scuola ma a livello nazionale? Può darsi, ma si tratta soprattutto di un fenomeno di cui tenere conto e da contenere se non eliminare per arrivare ad una valutazione veramente il più precisa possibile dei ragazzi soprattutto nelle votazioni alla fine del loro percorso scolastico.