A proposito della polemica su voti sì/voti no a scuola, vorrei proporre la seguente riflessione rifacendomi nientepopodimeno che al libro “Cuore”, il capolavoro di Edmondo De Amicis molto in voga fino a qualche anno fa ed ora piuttosto snobbato perché ritenuto demodé.
Mi riferisco all’episodio in cui il sovrintendente visita la scuola frequentata da Enrico Bottini e invece di dare la prima medaglia settimanale al “solito” De Rossi, la dà ad un altro allievo, mentre il secchione della classe – per l’appunto De Rossi – deve accontentarsi della seconda, che però – abituato com’è a primeggiare sempre – sdegnosamente rifiuta.
Tralasciando commenti sull’opportunità di assegnare le medaglie, un’abitudine che si è andata perdendo negli anni (quando frequentavo io le elementari, negli anni ’60, si usava ancora e qualche volta la medaglia l’ho presa anch’io), si deve però cogliere un messaggio dal seguito di questa storia: davanti al comportamento di De Rossi sia il sovrintendente sia il direttore lo rimproverano, ammonendolo che può capitare di non arrivare sempre primi e che bisogna umilmente riconoscere il valore altrui.
Quindi ben vengano i voti: possono insegnare la modestia ad alcuni e stimolare la volontà e l’amor proprio di altri.
Daniele Orla