Il pagamento della tassa locale sugli immobili da parte delle scuole private non è una novità assoluta.
In Italia c’è già una regione, l’Alto Adige, dove questo genere di istituti, in prevalenza religiosi, sono già sottoposti a questa imposta. La decisione riguarda, in particolare, la Provincia di Bolzano, dove nel 2014 è stata introdotta la Imi, l’Imposta municipale immobiliare, che sostituisce la Imu e la Tasi, applicati nel resto dell’Italia.
“In Alto Adige – scrive l’agenzia Ansa – l’aliquota Imi è ridotta allo 0,2% per gli immobili posseduti ed utilizzati da scuole private, dagli enti non commerciali, dalle Onlus che svolgono per statuto attività nell’ambito assistenziale, previdenziale, sanitario, di ricerca scientifica, didattico, ricettivo, culturale, ricreativo e sportivo. Restano esenti dall’imposta immobiliare le chiese e cappelle”.
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“Nel 2014 abbiamo pagato 12.000 euro di Imi per la nostra scuola e il nostro convitto, che sono un bel po’ di soldi”, dice al giornale Tageszeitung Thomas Schraffl dell’istituto Vinzentinum di Bressanone, una scuola paritaria in lingua tedesca gestita dalla diocesi di Bolzano-Bressanone.
Sulla vicenda, ricordiamo, è intervenuto nelle ultime ore il Primo presidente della Cassazione Giorgio Santacroce, spiegando che “sarà il giudice di merito a dover decidere, in ultima analisi, alla luce di una rinnovata e più circostanziata valutazione delle risultanze processuali, se l’esenzione spettasse o meno per l’attività didattica come concretamente svolta”. Quindi l’ultima parola sulla spinosa questione, se allargarla a livello nazionale, con il rischio chiusura per tanti istituti paritari, deve essere ancora pronunciata.
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