Utilizzare gli spazi in disuso nelle scuole paritarie per accogliere oltre un milione di alunni che non potranno rimanere nei loro istituti per via delle aule troppo piccole rispetto al numero di iscritti per classe e ai parametri sul distanziamento fisico imposti dal Comitato tecnico scientifico: a proporlo è la Lega, che non perde occasione per scagliarsi contro l’operato del Governo ma soprattutto della ministra dell’Istruzione, che invece pensa di collocare gli alunni in sovrannumero nelle statali collocandoli in 3 mila istituti dismessi ed ora da recuperare.
Pittoni (Lega) e l’ideologia anti-paritarie
Secondo il senatore Mario Pittoni, presidente della commissione Cultura a palazzo Madama e responsabile del dipartimento Scuola della Lega, “il duo Conte-Azzolina è pronto a siglare accordi con tutti, tranne che con le 12.564 scuole paritarie, parte integrante del sistema scolastico pubblico d’istruzione, che dispongono di spazi importanti per accogliere in sicurezza quel 15% di studenti che per il distanziamento non troveranno posto nelle 40.749 sedi scolastiche statali. L’ideologia anti-paritarie del M5S, col supporto parlamentare di Pd, Leu e Italiaviva, acceca fino a questo punto?”, chiede in modo provocatorio il senatore del Carroccio.
Salvare le paritarie per assicurare la didattica in presenza
In effetti, da anni le scuole paritarie convivono con una costante crisi di iscrizioni. E molte aule in dotazione risultano quindi inutilizzate: proprio quelle che servirebbero ad ospitare gli alunni delle statali da collocare in spazi alternativi, peraltro ancora tutti da definire visto che le Linee Guida sono state appena pubblicate.
La battaglia della Lega per salvare circa 4 mila istituti paritari è nota: da diversi mesi, il Carroccio, ma anche partiti della maggioranza, come il Pd e Italia Viva, hanno avanzato proposte per finanziare questo genere di scuole e per detassare al 100% le rette sostenute dalle famiglie per le iscrizioni dei figli.
A metà maggio, dopo due giorni di sciopero senza precedenti, sembrava che la situazione si fosse sbloccata: con il Decreto Rilancio sono stati infatti raddoppiati i finanziamenti pubblici utili, passando a 150 complessivi. Solo che non si è andati mai oltre quella cifra: così, ad oggi per i circa 900 mila alunni iscritti e i 180 mila lavoratori che prestano servizio nelle paritarie, il futuro continua ad essere davvero incerto.
Il senatore Pittoni ora dice che salvando quelle scuole, dando loro l’aiuto economico che chiede la maggioranza parlamentare, a settembre si salverebbe anche la didattica in presenza per tutti gli allievi.
Salvini: a settembre mia figlia non andrà a scuola
Molto polemico contro l’operato del Governo e della ministra dell’Istruzione è ancora una volta Matteo Salvini, leader della Lega, parlando a Codogno, il primo Comune ad essere stato colpito dal Coronavirus: “Se devo mandare mia figlia a scuola chiusa nel plexiglas, senza nessun contatto con i suoi amici e le sue maestre io a scuola non ce la mando”, ha detto Salvini.
“Noi – ha aggiunto – vogliamo una scuola sana, aperta, sicura. Un governo che si occupa di far ripartire il campionato di calcio ma tiene chiuse le scuole non ama l’Italia e gli italiani, non pensa al futuro dei nostri figli”.
In Francia scuole aperte da oltre un mese
Dopo avere ribadito che l’atteggiamento dell’esecutivo in carica “è assolutamente irresponsabile, ignorante e arrogante” e che “c’è un ministro” dell’Istruzione “che non è all’altezza e che non è in grado di gestire una scuola italiana bellissima”, Salvini si è soffermato sui numeri dei contagi: parlando a “Mezz’ora in più”, su Rai Tre, il leader leghista ha dichiarato che “fortunatamente dicono che il virus di adesso non è il virus di febbraio e quindi mi rifiuto di pensare che le scuole riaprano a settembre fra plexiglas, mascherine e classi chiuse“.
Guardando oltre confine, Salvini ha detto che al Governo “c’è gente che non si prende delle responsabilità”, perché in Francia il presidente “Macron a maggio ha riaperto 40 mila scuole, per questo i politici sono pagati. L’aggravante per il ministro Azzolina è che servono più insegnanti e classi, ma stanno ignorando le scuole pubbliche paritarie”.
Quelle scuole che ora il responsabile del dipartimento Scuola della Lega indica come “àncora di salvataggio” per ospitare gli alunni di troppo nelle statali.
Fontana (Lega): un alunno della paritaria costa un decimo
Domenica 28 giugno, a rincarare la dose è stato anche il deputato Lorenzo Fontana, vicesegretario federale della Lega: “Prima – ha detto – il veto grillino ai fondi per le scuole non statali, poi il rifiuto di siglare accordi con le paritarie per trovare gli spazi in cui accogliere in sicurezza gli studenti costretti fuori dalle aule a causa del distanziamento. Al governo c’è un muro ideologico che danneggia l’intero sistema scolastico”.
“Ricordo – ha continuato Fontana – che il costo medio di un alunno nel sistema pubblico è di 6mila euro all’anno, mentre il contributo medio del governo per ogni scolaro di una scuola paritaria è di circa 750 euro. Affossare le scuole non statali avrebbe costi insostenibili, oltre a generare disoccupazione e a limitare la libertà di scelta educativa delle famiglie, tutelata anche dalla Costituzione”.