In tanti oramai spingono affinché a settembre la scuola possa riprendere, ma questo significa farlo nella più assoluta sicurezza preservando in un sol colpo studenti, insegnanti e didattica.
Se il distanziamento sociale ci dovrà accompagnare per molti mesi ancora, bisogna studiare un modello che ci permetta di rientrare a scuola “in presenza” facendo in modo che questa condizione sia la regola.
Ecco allora che la soluzione di una forma mista di didattica è quella che meglio soddisfa questa condizione, permettendo agli studenti e ai docenti di andare a scuola senza particolari patemi d’animo, garantendo la salvaguardia degli apprendimenti, costruendo un modello di didattica blended che non può fare a meno del digitale.
IL MODELLO
Per prima cosa ogni docente e ogni studente dovrebbe essere dotato di un device con connessione alla rete e con giga illimitati. Nello specifico, il Ministero dovrebbe stipulare appositi contratti con le compagnie di telecomunicazione per fornire tale servizio garantendo la miglior connessione possibile in base al luogo di residenza degli studenti e degli insegnanti.
Come seconda cosa ci si dovrebbe dotare di una piattaforma unica per la gestione della didattica. La piattaforma potrà essere ministeriale oppure di terze parti, ma deve comunque rispondere a requisiti precisi quali quelli garantiti dalle migliori piattaforme esistenti come Microsoft Teams o Google G Suite.
Le classi andrebbero tutte sdoppiate e la frequenza avverrebbe in modo alternato fra i due gruppi: il gruppo A segue la lezione in presenza, mentre il gruppo B la segue a casa. I gruppi, per ragioni legate all’inclusione e allo sviluppo delle competenze emotive e sociali, dovrebbero sempre ruotare per permettere a tutti gli studenti di incontrarsi in presenza. In classe andrebbero poste due webcam, una sull’insegnante e una sulla classe, in modo che chi sta a casa possa avere la percezione di far parte del gruppo classe. Chi è a scuola invece potrà vedere i compagni a casa dal proprio device sul banco o dalla LIM nei momenti in cui non è utilizzata.
Per chi sta a casa valgono le stesse regole di chi frequenta: ci si presenta in orario, ci si abbiglia in modo consono alla lezione e si interviene se chiamati a farlo.
La gestione della live è interamente in mano al docente che attraverso le apposite funzioni è l’unico a poter gestire lo spegnimento e l’accensione delle camere dei device, questo perché anche chi sta a casa deve farlo “in presenza” video. Chi non si presenta viene considerato assente e chi arriva in ritardo dovrà giustificare, ecc.
Le verifiche avvengono in presenza così da poter gestire al meglio lo stato emotivo dei ragazzi, senza trascurare che altre forme di verifiche e valutazioni possono e devono avvenire anche attraverso la piattaforma didattica. La criticità maggiore si potrebbe registrare in quelle scuole dove l’attività laboratoriale e pratica è una parte consistente della didattica. In questo caso si dovrà ampliare l’organico così che i ragazzi a casa possano svolgere la parte teorica della programmazione mentre in classe i loro compagni svolgono le attività pratiche.
La durata delle lezioni è fissata in 50 minuti: 45’ di lezione effettiva e 5’ da dedicare ad areare la classe. Le frazioni orarie continuerebbero ad essere 5 con un intervallo di 15’ per la ricreazione. Le ore che i docenti non fanno in presenza, che sono 3 per la scuola secondaria e 4 per la scuola primaria, dovranno essere utilizzate per il recupero online in orario pomeridiano con lezioni singole o a piccoli gruppi.
Gli ingressi a scuola, per ottimizzare i mezzi di trasporto pubblici e privati, avverrebbero in due fasi: la prima alle 8.00/8.30 la seconda alle 9.00/9.30. Nella scuola secondaria di 2° grado si potrebbe pensare di far entrare prima il biennio e poi il triennio per permettere alle famiglie dei più piccoli di andare a lavorare con maggiore serenità dopo aver accompagnato i figli a scuola o averli visti uscire di casa, mentre i più grandi sarebbero in grado di gestirsi al meglio anche se i genitori escono prima per andare al lavoro. Nella scuola del primo ciclo, precedenza ai bambini della scuola dell’infanzia e del biennio della primaria e, a seguire le terze, le quarte e le quinte. Mentre alla scuola secondaria di primo grado potrebbero entrare per primi gli studenti delle classi prime e seconde e a seguire le classi terze. Questo permetterebbe di poter avere i mezzi di trasporto con un numero adeguato di studenti che rispettano le distanze, che nelle brevi tratte lo stesso pullman possa fare due rotazioni (nelle lunghe distanze servirebbe un maggiore numero di mezzi), ma soprattutto che a scuola la ricreazione e la mensa avvengano in due momenti separati per i due gruppi.
Per permettere alle famiglie di lasciare a casa i propri figli in assoluta tranquillità dovrà essere previsto un buono babysitting adeguato per ogni figlio minore di 16 anni. In caso di più figli, il buono per il secondo figlio andrà a scalare e così via.
Gli alunni portatori di handicap dovranno sempre frequentare in presenza e dovranno essere affiancati, nei casi più gravi, dall’insegnante di sostegno o da un educatore, per tutte le ore di permanenza scuola.
Continua a ricoprire un ruolo strategico l’Animatore Digitale che si occuperà di coordinare tutte le attività digitali e che dovrà essere esonerato dall’insegnamento. Esonerati anche il secondo collaboratore del Dirigente e il referente per l’inclusione, l’handicap, DSA e BES perché anche loro impegnati a coordinare le diverse attività che inevitabilmente si creerebbero nel portare avanti una didattica che si basa prevalentemente su forme di apprendimento misto.
I consigli d’istituto, i collegi dei docenti, i consigli di classe, gli scrutini e i GLHO potrebbero avvenire in presenza, mentre tutte le altre riunioni, (dipartimenti, commissioni, ecc.) avverrebbero online. I colloqui con i genitori potrebbero avvenire in forma mista e solo su prenotazione.
Non ultimo andrebbe programmato un calendario di formazione per i docenti per mettere tutti nelle condizioni di partire col piede giusto e senza disparità.
Il modello esposto, chiaramente, andrebbe affinato e adattato alle singole esigenze. Dove ad esempio ci sono classi con meno di 10 studenti non ci sarebbe bisogno dello sdoppiamento, ma sicuramente garantisce che non si intervenga sull’edilizia scolastica nell’immediato e che gli organici subiscano un ampliamento minimo. È anche chiaro che si tratta di una misura temporanea, che verrebbe meno una volta che sussisteranno le condizioni per poter rientrare a scuola in totale sicurezza e tutti insieme, perché la vera didattica si esercita in presenza e le competenze sociali degli studenti si possono sviluppare solo a scuola.
Questa esperienza deve però servirci da sprone affinché la didattica digitale, che è altra cosa della didattica a distanza, sia parte integrante della didattica quotidiana, perché il suo potenziale è immenso e trova la giusta attrazione verso i giovani. concreto.
Carlo Murru
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