“Idee ricostruttive per la scuola”: una sintesi please
Ricostruire e rilanciare: questo, lo abbiamo capito, è lo slogan del PD per la Scuola. Tuttavia, quello che è meno comprensibile e dovrebbe essere meglio chiarito e spiegato è il “come”.
Lo scorso 12 gennaio a Roma è stato presentato da alcuni autorevoli esponenti del PD il volume “Idee ricostruttive per la scuola”, una corposissima raccolta di materiali e documenti prodotti dal lavoro collettivo del Forum nazionale politiche dell’Istruzione PD negli anni 2010-2011, quando al ministero c’era la Gelmini.
Si analizzano in maniera approfondita le tematiche da sempre care al Partito democratico e in generale tutti gli aspetti di politica scolastica dibattuti negli ultimi dieci anni, ma il contesto di riferimento è quello del governo Berlusconi. Si ignorano del tutto i provvedimenti del governo Monti: dall’innalzamento repentino dell’età pensionabile alla spending review, dal concorso per 11mila docenti al piano della scuola digitale. Si tace sulle altre recenti disposizioni finora rimaste nel limbo (potenziamento istruzione tecnica, poli tecnico professionali), o accantonate dallo stesso Profumo (riforma degli Organi di Governo delle istituzioni scolastiche), o disperse nei meandri dei ministeri (Sistema Nazionale di Valutazione), o finite come un buco nell’acqua (la razionalizzazione dell’Amministrazione centrale), o carenti e inadeguate (v. edilizia scolastica, proprio mentre aumenta la frequenza di notizie di cronaca di “salvi per miracolo” dopo il crollo di qualche pezzo di edificio).
Ecco, forse sarebbe opportuna una maggiore sintesi sulle idee, una messa a punto aggiornata al quadro attuale, e soprattutto bisogna indicare i mezzi di attuazione, ovvero ove attingere realisticamente le risorse. Magari sarebbe utile una via di mezzo fra la paginetta che troviamo sul sito di Bersani (che assomiglia quasi all’Agenda Monti) e il volume di 168 pagine, un mare nel quale è difficile capire cosa concretamente proponga il PD.
La Scuola, con un milione di pubblici dipendenti e un precariato di almeno altre 200mila unità, costituisce un settore decisivo, non solo per vincere le elezioni, ma anche per governare (lo stesso Monti è “inciampato” sulla Scuola…).
Visto che prossimamente sono in calendario altri incontri nazionali sul tema Scuola, si torna a proporre, non solo al PD ovviamente, la scaletta di domande cruciali per misurarsi con la scuola “reale” già elencate in un precedente articolo.