Il sito svizzero d’informazione Le Temps ne è certo: in Svizzera la destra sta conducendo una guerra culturale all’americana. E cita il caso di una scuola di Zurigo, costretta ad annullare – sembrerebbe proprio per le pressioni di un parlamentare dell’UDC, partito di destra nazionalista e conservatore – la giornata dedicata allo studio delle identità di genere che avrebbe dovuto avere luogo lo scorso lunedì 15 maggio.
Come spesso accade oggi, è bastato – pare – un tweet di un deputato conservatore, perché il preside di una scuola secondaria di primo grado di Stäfa, cantone di Zurigo, decidesse di cancellare l’evento.
Le Temps ricorda che nelle scuole svizzere già da circa dieci anni c’è la consuetudine di dedicare una giornata alla rappresentazione dei ruoli maschili e femminili, senza che si sia mai levata una voce contraria. E aggiunge che in 21 dei 26 cantoni le questioni legate al genere, all’uguaglianza e alla diversità rientrano normalmente nei programmi scolastici. Il tema “Genere e uguaglianza” è, infatti, incluso nel programma scolastico come materia e competenza interdisciplinare. Le scuole e gli insegnanti sono quindi tenuti ad affrontare temi come la diversità culturale e sessuale, anche a titolo di prevenzione contro ogni forma di discriminazione fondata sul sesso o l’orientamento sessuale.
Cosa si intenda per “americanizzazione della vita politica” è chiaro: il sito svizzero fa riferimento alla legge soprannominata “Don’t say gay”, Non dire gay, adottata nel 2022 in Florida per limitare il più possibile nelle scuole l’evocazione di tematiche legate all’identità di genere e all’orientamento sessuale, fortemente voluta dal partito repubblicano guidato da Ron Desantis.
Le bandiere arcobaleno che sventolano in Svizzera nelle sedi delle associazioni per la diversità sessuale e di genere hanno di che preoccuparsi: sempre secondo il sito di informazione Le Temps, i conservatori sembrano decisi a condurre una battaglia culturale ispirata ai conservatori americani: la sezione di Zurigo dell’UDC avrebbe definito gli studi di genere proposti dalle scuole “indottrinamento all’ideologia transgender”, termini regolarmente utilizzati oltre atlantico per descrivere questo genere di corsi. Tanto più che non si tratterebbe di un caso isolato legato a una singola scuola. Nel programma politico dell’UDC svizzero per il quadriennio 2023-2027, che si può liberamente leggere online, nei paragrafi intitolati “eccessi di cultura trans” e “fermare il terrore gender”, viene chiaramente dichiarato che “i bambini sono esposti a questa follia ideologica, contro la volontà dei loro genitori. Scuole, media e altre istituzioni abusano dei giovani nella loro già inquietante ricerca di identità per influenzarli ideologicamente.”