
È bastato l’accenno a un ragazzo che per andare a scuola indossava scarpe da femmina, per fare innalzare il consueto polverone della politica contro le ideologie gender, come se questa fosse una condizione infamante che invece una società matura dovrebbe quantomeno osservare e studiare, “sine ira et studio” e soprattutto “intelligere”, come sosteneva Spinoza: “humanas actiones non ridere nec lugere neque detestari sed intelligere”.
Niente di tutto questo, solo parole di fuoco contro il libro di Veltroni, “La più bella del mondo”, rivolto alla Costituzione italiana, e all’aneddoto, in particolare, ivi riportato, che riguarda Pio La torre (segretario regionale del Pci in Sicilia, deputato, titolare della legge antimafia che porta il suo nome e dalla mafia ucciso), costretto dalla povertà, a indossare l’unico paio di scarpe, ma coi tacchi da femmina, presente a casa per andare a scuola.
Non parlare di corda in casa dell’impiccato, pare sentire echeggiare, e la Lega del ministro Matteo Salvini è sensibile nei confronti di un argomento che riguarda un’esile fetta della società italiana, ma non per questo meno importante e dunque da additare alla pubblica vergogna. E questo anche per evitare che poi giovanotti, un po’ sollazzoni, prendano a botte e manganellate la prima ragazza gender che incontrano per la strada, come si legge abbastanza di frequente sui giornali.
E in più, il fatto che il Comune di Buccinasco regali agli studenti delle scuole elementari proprio questo libro di Veltroni, è ritenuto gesto “gravissimo” da Salvini perché i sindaco non avrebbe chiesto il permesso ai genitori dei ragazzi di 10 anni per una pubblicazione orientata politicamente e che tratta temi che non dovrebbero entrare nelle aule scolastiche.
Al di là tuttavia delle relative e avverse levate di scudi, come accade nelle arene gladiatorie, a difesa o a contrasto, facciamo notare che regalie di libri alle scuole ne avvengono giornalmente, insieme a presentazioni di volumi, di varia natura e cultura, nelle rispettive aule magne, alla presenza di insegnanti e alunni, magari accumunati da un progetto didattico preciso che ogni scuola autonoma cuce e imbriglia, adattandolo al territorio e alla sua utenza.
Nel caso del libro di Veltroni, sembra che il ministero stia mandando una ispezione che però non ha sentito di istituire allorchè la segretaria del Pd, Elly Schlein, non è stata ricevuta dal dirigente di una scuola dell’Aquila perché avrebbe disturbato le lezioni.
Anzi, questa scelta è stata lodata da tanti giornali di destra che, con parole calde e affettuose, hanno battuto sulla spalla del dirigente: bravo, non si dà luogo alla sinistra.
Lo scontro politico, come si vede, procede al di là del razionale, perché non consentire a un deputato della Repubblica, che è anche pubblico ufficiale, l’ingresso in una struttura pubblica appare alquanto forzato, considerato pure che comunque un suo apporto, seppure dall’opposizione, per la definizione di qualche antica problematica, è sempre un punto a favore e non solo della scuola.
Per questo sembra singolare che la decisione del dirigente, invece di essere giudicata deludente, viene esaltata quasi come eroica, come un argine contro la sinistra, dimenticando appunto che su taluni principi generali come l’istruzione e la sanità non può esserci né opposizione né governo, né sinistra né destra, ma solo lo Stato nella sua marcia per il progresso, la democrazia, l’emancipazione, la cultura, la tolleranza.