Da qualche giorno è stato dato ufficialmente il via al secondo concorso Pnrr per diventare insegnante di ruolo nella scuola pubblica: la procedura è stata avviata (per fare domanda c’è tempo sino al 30 dicembre) non solo tra le proteste generali di decine di migliaia di idonei del concorso 2023, che si ritrovano con un pugno di mosche in mano dopo avere superato le prove anche con valutazioni elevate, ma anche perché in alcune regioni deve ancora terminare il concorso Pnrr1.
Della vicenda degli idonei 2020, 2023 e dei tanti precari fermi al palo abbiamo parlato nel corso della diretta della Tecnica risponde live di mercoledì 18 dicembre. Sulla questione concorsi e idonei ha parlato il vice coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti Simone Craparo:
“Ci volevano i soldi del Pnrr per rendere così solerte il governo italiano tanto da indire due concorsi natalizi perché ricordiamoci che il concorso Pnrr1 anch’esso fu bandito in periodo natalizio ma ci ha trovati subito contrari a questo modus operandi. La risposta ce lo chiede l’Europa col piano Pnrr certamente non ci soddisfa perché sì l’Europa ci ha chiesto di fare due procedure concorsuali o meglio l’abbiamo messo noi nel nostro piano e ce lo hanno approvato però in Europa non sanno che per fare un concorso in Italia ci vogliono talvolta anche 2 anni perché i commissari che dei concorsi non sono esonerati dal servizio non sono pagati adeguatamente e non c’è un’organizzazione tale da velocizzare e rendere scorrevoli i concorsi”.
“L’Europa forse non sa che in Italia c’è il grande problema del precariato, lo sa ma forse non lo tiene bene in considerazione perché considerato che ci sono 250.000 precari, in nessun Paese d’Europa c’è una situazione del genere, precari che sono stati utilizzati negli anni come bancomat con la cosa peggiore perché e con la beffa finale che per abilitarsi devono pagarsi l’abilitazione, diciamo devono pagare per lavorare e questo ci ha visto sempre contrari”.
“In questa situazione oggi ci ritroviamo con un’emergenza che è diventata ancora più emergenza perché ricordate i governi passati quando promettevano grandi cose sul precariato, ma è peggiorato nel tempo, hanno fatto diverse procedure concorsuali e ancora ci sono gli effetti delle procedure concorsuali fatte”.
“Addirittura in Sicilia abbiamo ancora la graduatoria del concorso 2018 da esaurire, abbiamo le Gae e poi si è aggiunto il concorso 2020 che è stato reso come graduatorie di merito, poi si è aggiunto il PNRR1 che a nostro parere doveva essere modificato con graduatorie di merito come è stato per gli altri concorsi 2018 e 2020, aggiungerei anche lo straordinario che ha avuto un trattamento non tanto adeguato, quello del 2022, per cui gli idonei non hanno avuto la possibilità di entrare di ruolo, tranne il primo anno”.
“Quindi è una situazione di emergenza e questo PNRR 2 è la ciliegina sulla torta, le stesse persone che fino a pochi giorni fa hanno fatto l’orale, o addirittura non hanno fatto nemmeno l’orale, dovranno andare a fare uno scritto e poi lavorare sulle stesse cose, persone che già sono state selezionate con le stesse procedure quindi secondo noi è stato un abuso fatto nei confronti dei precari, un abuso grave che non risolve il problema”.
“Noi avevamo proposto, oltre che di rendere il concorso Pnrr 1 e come graduatorie di merito, quindi a scorrimento, pure il doppio canale, ma purtroppo mentre il Ministro era possibilista, non glielo permettono a quanto pare le norme e il piano approvato dell’Europa, ma secondo me c’era tutto il tempo per negoziare con l’Europa e proporre delle soluzioni alternative a vantaggio dei precari. Ricordiamo che i precari tengono in piedi la scuola italiana e hanno diritto ormai ad entrare di ruolo e a svolgere tranquillamente la loro carriera perché c’è gente che da 10 anni e anche più è precaria”.
“Noi lo avevamo detto già a novembre 2023 che sarebbe stato impossibile terminare in tempi celeri il Pnrr 1 e passare al Pnrr 2, dovevano farlo lo scorso anno, avrebbero avuto tutto il tempo di rinegoziare e non l’hanno fatto, hanno tentato all’ultimo momento perché il bando del concorso è sulla scrivania del Ministro dal 16 di ottobre e il Ministro ha ritardato a firmarlo proprio per tentare credo di poter rinegoziare però non ce l’ha fatta e quindi poi abbiamo avuto questo regalo natalizio”.
“Questo concorso, come tutti i concorsi, ha dei costi per lo Stato, si poteva evitare? Un danno all’erario non indifferente perché vai a graduare sempre le stesse persone che già sono state graduate e quindi ci sono i costi della piattaforma informatica per effettuare le prove, i costi degli spazi perché giustamente una scuola che accoglie le prove concorsuali dovrà pagare il personale Ata, gli straordinari e quant’altro quindi c’è tutta un’organizzazione da portare avanti.”
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