Da qualche giorno è stato dato ufficialmente il via al secondo concorso Pnrr per diventare insegnante di ruolo nella scuola pubblica: la procedura è stata avviata (per fare domanda c’è tempo sino al 30 dicembre) non solo tra le proteste generali di decine di migliaia di idonei del concorso 2023, che si ritrovano con un pugno di mosche in mano dopo avere superato le prove anche con valutazioni elevate, ma anche perché in alcune regioni deve ancora terminare il concorso Pnrr1.
La diretta della Tecnica risponde live
Della vicenda degli idonei 2020, 2023 e dei tanti precari fermi al palo abbiamo parlato nel corso della diretta della Tecnica risponde live di mercoledì 18 dicembre. Sulla questione concorsi e idonei ha parlato Luigi Sofia, docente idoneo 2023:
“Non è cambiato niente perché quelle che erano le promesse, questo dialogo fantomatico con la Commissione Europea di fatto è rimasto al punto di partenza, ad oggi noi non conosciamo assolutamente l’esito di quel dialogo, non esiste un cronoprogramma, non esistono scadenze, non c’è trasparenza per chi chiaramente sta seguendo la discussione con grande interesse come noi precari. Ecco rispetto a questo chiaramente siamo mobilitati, siamo in completo stato di agitazione, non ci fermiamo finché non avremo giustizia, finché non avremo le risposte che ci hanno promesso, su questo mi sento di esprimere anch’io la solidarietà ai colleghi del 2020″.
Quanti siamo noi del 2023? “Credo che noi siamo circa 30.000, però è anche vero che è un numero difficile da quantificare perché tanti non hanno finito neanche la procedura concorsuale”.
“Lo spazio ci sarebbe per tutti, consideriamo che tanti di noi sono le stesse persone che sono in cattedra tutti gli anni all’interno delle scuole, spesso ricoprono anche posti vacanti al 31 agosto, quindi teoricamente sarebbero posti liberi e quello che noi reputiamo assurdo è dover ripetere un concorso che abbiamo già superato alle stesse medesime condizioni con la certezza di non vincerlo di nuovo perché il concorso così come è strutturato e così come si è dimostrato penalizza i precari storici della scuola e comunque coloro che lavorano già all’interno della scuola, perché un precario che ha 5-6 anni di anzianità è sfavorito rispetto a un neolaureato”.
“E qui si apre tutto un capitolo, un discorso relativo a quello delle riserve, noi sappiamo che una parte di quelli che sono i posti sono destinati ai riservisti senza nulla togliere alle riserve chiaramente che hanno a che fare con quelli che sono i propri diritti legati anche alla salute, a persone da assistere, sono motivazioni e diritti sacrosanti, sono entrati però con una percentuale anche nell’ultima tornata di assunzioni molto più alta rispetto al passato. Stona la riserva del servizio civile rispetto a questo mentre un anno di servizio viene valutato con soltanto i due punti, ci sono invece queste riserve che addirittura fanno competere i colleghi all’interno di una graduatoria a parte, è un’assurdità”.
“Noi chiaramente abbiamo chiesto spiegazioni, credo che faccia parte della retorica di questo governo, cioè quella di fomentare l’idea che il servizio civile in qualche modo possa anche superare quelle che sono le ambizioni di un precario storico, è una follia considerato che il servizio civile tanti di noi, magari nel mio caso l’abbiamo anche fatto e svolto ma non l’abbiamo finito proprio per assumere un incarico a scuola, quindi siamo davanti anche a una discriminazione perché tante persone tra l’altro hanno svolto il servizio civile prima della riforma Renzi, quindi comunque non avrebbero mai potuto accedere a questo tipo di riserva”.
“Questa è una vera e propria discriminazione noi non vogliamo più ripetere concorsi che abbiamo già superato, quindi noi rischiamo di dover di nuovo rifare delle prove, prendere di nuovo 90, prendere di nuovo 98 e rischiare di essere di nuovo fuori significa per noi pagare delle tasse per iscriverci ai concorsi significa presentarci nuovamente a scuola, significa prendere dei permessi, pagare l’autostrada, pagare la benzina, prenderci anche in alcuni casi delle notti fuori di casa che hanno un costo, questo io non so se il Ministro è a conoscenza di quello che sta succedendo alle vite di migliaia di persone precarie della scuola, Io spero e faccio un appello che qualcuno in questi giorni visto che siamo nelle vacanze di Natale si faccia un esame di coscienza e pensi a queste migliaia di persone che si ritrovano a iscriversi di nuovo ad un altro concorso ma di un concorso che hanno già superato, le stesse medesime condizioni che non gli permetteranno mai di vincerlo. Ecco di fronte a tutto questo noi ci mobilitiamo”
“Qual è la percentuale probabile di partecipanti che già hanno svolto il concorso PNRR 1? È molto difficile però secondo possiamo dire almeno almeno due su tre”.