Fino a qualche decennio fa la scuola poneva attenzione soprattutto alle conoscenze, alle nozioni, al cognitivo.
Essa si prendeva quasi esclusivamente cura della mente, trascurando le altre dimensioni della personalità, tra cui quella emotivo-affettiva e relazionale. l’alunno stava a scuola solo con una parte di se stesso, quella cognitiva; l’altra, quella legata ai suoi sentimenti, ai suoi bisogni sociali, alla sua corporeità rimaneva fuori o almeno non veniva presa in considerazione.
Ciò che importava era il complesso delle conoscenze che egli acquisiva. La scuola istruiva, ma essa non educava.
Oggi nonostante la difficoltà tra le generazioni nel condividere i linguaggi, la trasmissione dei valori vissuti è indispensabile. Non c’è educazione senza relazione con il patrimonio del passato e dell’esperienza umana, sui quali si fondano l’identità, le relazioni e l’impegno sociale.
In altre parole si deve seguire la via dei valori presenti nella Costituzione che costituiscono il comune orizzonte educativo (libertà, giustizia, solidarietà, responsabilità, dignità umana, partecipazione, bene comune, cittadinanza, legalità…). Quindi i nuovi compiti della scuola rispondono alle esigenze della società attuale attraverso:
- l’educazione sessuale, poiché le continue sollecitazioni dei mass-media, la dilagante pornografia, l’abbattimento di molti tabù, la modificazione dei costumi concorrono a far emergere anticipatamente nel bambino molte problematiche che l’educatore è chiamato ad affrontare;
• l’educazione alla salute e alla prevenzione, che prevede interventi informativi ed educativi riguardo ai danni provocati dall’alcolismo, dal tabagismo, dall’uso di sostanze stupefacenti e dalle patologie correlate, con particolare riferimento alla sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS). Anche l’educazione alimentare concorre al costituirsi di un concetto più completo della salute psico-fisica dell’uomo;
• l’educazione ecologica per promuovere un rapporto d’amore e di rispetto tra l’uomo e la natura; la scuola che ha tra i suoi compiti istituzionali quello della formazione del futuro cittadino non può eludere il problema di un’educazione rigorosa all’uso corretto dell’ambiente;
• l’integrazione: la funzione formativa della scuola deve trasformare le diversità in occasioni di confronto, di crescita e di scambio. Gli alunni svantaggiati, gli alunni portatori di handicap, gli alunni provenienti da altri Paesi, soprattutto extracomunitari, devono avere le medesime opportunità educative. E al tempo stesso costituire per tutti nuove occasioni di apprendimento sul piano sociale ed emotivo oltre che dal punto di vista culturale.