Quasi cento giorni. Tanto è durata la lontananza forzata da scuola degli studenti degli istituti superiori di alcune regioni. Anche per loro (anche se probabilmente non tutti) l’attesa è finita: sette regioni che per motivi epidemiologici hanno mantenuto i loro studenti con la DaD, lunedì 1° febbraio riprenderanno le lezioni in presenza per il 50% degli iscritti. Sono Veneto, Friuli Venezia Giulia, Basilicata, Campania, Puglia, Calabria e Sardegna. Le ordinanze di ritorno sono state già predisposte.
L’unica che rimane in forse è la Sicilia. Ma se la regione dovesse abbandonare il colore ‘rosso’, anche gli studenti dalla seconda media in poi potranno tornare in classe.
Intanto, dalle regioni giungono i commenti dei governatori. “La ministra Azzolina ha fatto della apertura delle scuole una bandiera politica, prescindendo dal merito”, ha detto il Governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga.
Rispondendo nel corso della trasmissione Ring dell’emittente locale Tele4, alle domande dei direttori della tv, Ferdinando Avarino, e del Piccolo, Omar Monestier, il presidente regionale ha difeso la scelta prudenziale fatta nella sua regione con una sua ordinanza e anche dopo la presentazione di due ricorsi davanti al Tar, vale a dire di tenere chiuse le scuole superiori sino alla fine del mese di gennaio.
Il Governatore ha confermato che queste “riapriranno il 1° febbraio e si comincerà con il 50 per cento degli studenti”, secondo un programma organico elaborato e realizzato insieme con le prefetture, le aziende locali di trasporto e altre realtà, che ha voluto ringraziare.
In Veneto invece il governatore Luca Zaia ha garantito che “dopo la riapertura delle scuole superiori al 50% dal 1 febbraio, dopo tre settimane si va al 75%, ovviamente se non cambia lo scenario epidemiologico”.
Anche in Sardegna ci si prepara al rientro delle superiori in presenza al 50% per almeno due settimane.
In Campania il governatore De Luca raccomanda la ripresa in presenza per non più del 50% delle classi e fa notare che in concomitanza con la ripresa in presenza delle attività didattiche della elementare e della media “sono stati rilevati, nella settimana scorsa ed in quella in corso, plurimi casi di contagi in ambito scolastico, anche riferiti ad intere classi”.
Intanto, c’è già chi pensa al futuro. E anticipa eventuali nuovi decreti governativi per gestire l’emergenza Covid-19.
In Puglia i sindacati di comparto hanno chesto che “si applichino i Dpcm, senza ulteriori ordinanze regionali che introducono, unico caso nel panorama nazionale, la facoltà di scelta delle famiglie”.
Ritengono che “si sta creando un buco formativo che, soprattutto nel secondo ciclo, può costituire un pericoloso carburante per la dispersione”.
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