Dopo una serie di titubanze e partenze "a strappo" il fronte sindacale si è ricompattato. E tutte le varie sigle di categoria, fatta eccezione per la Cgil, hanno deciso di indire una sciopero generale dei lavoratori della scuola per il 14 ottobre. I motivi sono sostanzialmente gli stessi: la Finanziaria prevede tagli molto pesanti, che si ripercuoteranno sulla scuola, con una drastica riduzione del numero degli addetti, al quale farà seguito anche il blocco delle assunzioni, In più, mancano le risorse economiche per garantire il mantenimento del potere di acquisto delle retribuzioni. Insomma, tagli e sacrifici per tutti al posto delle retribuzioni "europee". E blocco delle assunzioni e tagli al personale in luogo delle tanto sospirate immissioni in ruolo che, quest’anno, avrebbero dovuto essere circa 30mila.
A ciò si aggiungono i vari "distinguo", come per esempio quelli della Gilda, organizzazione di soli insegnanti, che per prima ha indetto lo sciopero del 14, che sciopera anche contro le minacce di licenziamento dei docenti soprannumerari e per la mancata concessione della contrattazione separata.
E in tutto questo vi è anche una sorta di giallo per quanto riguarda la fissazione della data dello sciopero.
Inizialmente, infatti, allo sciopero del 14 avrebbero dovuto partecipare solo i docenti della Gilda.
Gli operatori scolastici aderenti alla Cgil, invece, avrebbero dovuto partecipare allo sciopero generale del 18 dello stesso mese. Agitazione, quest’ultima, che, però, è stata dichiarata non legittima dalla commissione di garanzia, che ha ravvisato una violazione della normativa sullo sciopero, che vieta agitazioni ravvicinate e fissa un termine minimo di 7 giorni tra uno sciopero e l’altro. Una pronuncia che ha convinto gli altri sindacati ad indire la protesta nello stesso giorno della Gilda in luogo del 18: data prevista per lo sciopero generale. La Cgil, però, nonostante l’altolà della commissione, ha fatto sapere che conferma lo sciopero del comparto scuola per il 18.
Stando a quanto prevede la normativa , il sindacato rischia una multa di 25mila euro, mentre i singoli lavoratori che aderiranno alla protesta rischiano una sanzione pecuniaria da 100 a 500 euro.
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