Attualità

Il 2 aprile 2005, dopo 27 anni di Pontificato, si spegneva Papa Karol Wojtyla

 “Santo subito”, questo fu uno dei primi cartelli che comparvero in Tv appena si seppe della scomparsa di Giovanni Paolo II, quel 2 aprile del 2005. Non era mai successo, che i fedeli si spingessero a chiedere la beatificazione per un papa di cui, venendo a mancare, se ne sentiva con turbamento la mancanza, riconoscendone, confermate  già da lungo tempo, le grandi doti di umanità e di magistero religioso, in un mondo travagliato da divisioni politiche e morali e pure in via di mutamenti profondi, dopo la grande stagione di Solidarnosc, il sindacato polacco, che aveva informato delle sue istanze di libertà e di autodeterminazione non solo l’Europa. 

Papa rivoluzionario, seppure conservatore nella disciplina della fede e seppure in visita al dittatore cileno Pinochet, contribuì al crollo delle dittature comuniste, a cominciare da quella nella sua amatissima Polonia e fino alla caduta del Muro di Berlino.

E dalla Polonia Karol Wojtyla veniva, primo Pontefice non italiano dopo quasi 500 anni, portando con sé il suo motto apostolico, Totus TuusTutto tuo, rivolto alla Madonna di cui era particolarmente devoto, e pronunciato subito dopo la sua elezione avvenuta ilo 16 ottobre 1978, a seguito dell’improvvisa morte di Papa Luciani.

Alla Madonna di Fatima infatti donò il proiettile che lo ferì il 13 maggio 1981, sotto il fuoco della pistola impazzita di Alì Ağca in piazza San Pietro e che è ancora incastonato nella corona della Vergine portoghese. Ma da quell’attentato  iniziarono pure i problemi di salute e una lunga serie di degenze in ospedale.  

Ma lo ricordiamo anche in Sicilia, nel 1991, ad Agrigento, con sullo sfondo la Valle dei Templi, scagliare la sua invettiva contro i mafiosi: “mafiosi, pentitevi! Una volta verrà il giudizio di Dio”; invettiva mai pronunciata dalla chiesa in modo così netto e determinato, come chiedeva da sempre  Leonardo Sciascia.     

Papa dei record, ricordano le agenzie, ha proclamato 482 santi e 1345 servi di Dio, creato 231 cardinali e definito Papa globetrotter, per i viaggi apostolici e le nazioni visitate: 129 Stati per 170 visite. Ma non solo, è stato il  primo Papa ad aver varcato la soglia di una sinagoga a Roma nel 1986, il primo ad essere entrato in una moschea, a Damasco nel 2001 e  il primo ad essere entrato in una chiesa luterana nel 1987. Ma andava pure in vacanza in Cadore e sciare.

Punto importante del suo pontificato fu pure il nuovo dialogo intrapreso con le altre confessioni religiose, tanto che  in occasione del Giubileo del 2000, Papa Wojtyla  aprì la Porta Santa della Basilica di San Paolo fuori le Mura con l’allora arcivescovo anglicano di Canterbury e il patriarca ecumenico Atanasio.

La sua ultima apparizione, per salutare i cinquemila ragazzi dell’arcidiocesi di Milano, avvenne il 30 marzo del 2005. Tentò di parlare, ma emise solo un prolungato sospiro. 

Il 1º maggio 2011 è stato beatificato dal suo successore papa Benedetto XVI, e nella liturgia della Chiesa festeggiato nel giorno del suo insediamento, il 22 ottobre. Il 27 aprile 2014, insieme a papa Giovanni XXIII, Giovanni Paolo II è stato proclamato santo da Papa Francesco.

Memorabile ai suoi funerali, officiati venerdì 8 aprile in piazza San Pietro  dal cardinale Joseph Ratzinger, in qualità di decano del Collegio cardinalizio, il vento che sfogliava le pagine del Vangelo adagiato sulla semplice bara di cipresso nella affollata Piazza San Pietro.

Oggi, 2 aprile, alle 15, il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato della Santa Sede, presiederà una Messa nella basilica di San Pietro nell’anniversario della sua morte, mentre il cardinale vicario Baldo Reina, in una lettera, invita tutti a partecipare alla celebrazione.

A Catania, l’Istituto Alberghiero porta il suo nome.

Pasquale Almirante

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