Dal Prof Salvatore Distefano, storico e Presidente della società storica catanese, riceviamo una riflessione importante sulle prossime celebrazioni del 2 giugno, festa della Repubblica nata dalla Resistenza.
La festa del 2 Giugno quest’anno si carica di significati ancor più rilevanti rispetto al recente passato. Sono in gioco questioni decisive per il futuro del Paese, soprattutto del futuro delle nuove generazioni sempre più a rischio per la crisi provocata dal Coronavirus e dalle conseguenze socio-economico-istituzionali da esso provocate.
Inoltre, forze politiche che hanno sempre avversato la Repubblica democratica nata dalla Resistenza, attuando una provocazione demagogico-populista, intendono impadronirsi di questa ricorrenza e dei valori che essa porta con sé, per stravolgerla e svuotarla di significato. Proprio quelle forze che sono eredi dei monarco-fascisti che osteggiarono la nascita della Repubblica, che rompeva con tutta la storia precedente dell’Italia, e quelle che a partire dal 1992, anno di tragici accadimenti, hanno con tutti i mezzi lavorato per distruggere la Repubblica democratica e antifascista.
Non si vergognano di usare il 2 Giugno per fini incoffessabili quelle forze che, dopo la modifica del titolo V della Costituzione, vogliono contrastare l’UNIVERSALITA’ dello Stato e il principio di UGUAGLIANZA sancito dall’articolo 3 della Costituzione democratica e antifascista in vigore nel nostro Paese, nonché l’indivisibilità della Repubblica:” La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; […]” (articolo 5 della Costituzione).
Il 2 Giugno è la festa della Repubblica democratica e antifascista che ha chiuso con il fascismo e che non può accogliere il leghismo e la masso-mafia come forze legittime.
La nascita della Repubblica segnò il riscatto del popolo italiano dopo la dittatura fascista e l’orrore della guerra nella quale il regime di Mussolini l’aveva fatto precipitare. Grazie alla guerra di Liberazione, al sacrificio dei partigiani e delle forze Alleate, l’Italia seppe prendere in mano il proprio destino e cacciare il nazifascismo, contribuendo alla sua sconfitta storica in tutto il mondo.
Gli ideali dell’antifascismo e della Resistenza, trasfusi in gran parte nella Costituzione della Repubblica, hanno concorso alla formazione di una coscienza civile che ha costituito il più saldo cemento dell’identità e dell’unità nazionale. Ancora: i valori affermati nel corso della Resistenza – lavoro, tutela dei diritti individuali e collettivi, solidarietà, pace, libertà di pensiero e d’espressione, autonomia della scienza e della cultura – furono alla base della fase costituente e rappresentarono, e noi siamo convinti che debbano ancora rappresentare, l’essenza della Costituzione repubblicana del 1948.
Inoltre, la Resistenza si ricollegava ai momenti più alti e nobili della storia d’Italia: al Risorgimento di cui rappresentava, per certi versi, lo sviluppo e la realizzazione sul piano istituzionale e sociale e al Rinascimento per il respiro culturale e ideale dei protagonisti.
Il 2 Giugno è, dunque, essenziale far comprendere i punti alti della storia italiana e il filo unitario che li lega, chiedendo soprattutto ai giovani, protagonisti e principali artefici del futuro, di riflettere sulle tematiche proposte da questo momento storico, facendo scaturire da queste riflessioni, le loro considerazioni sul legame tra Resistenza, Repubblica, Costituzione e progresso culturale e materiale dell’Italia.
Per questo si potrebbero organizzare in tante città italiane momenti di riflessione in piazze significative che ricordino le basi fondative della Repubblica (con il distanziamento e le mascherine).
Salvatore Distefano salvo.distefano05@libero.it
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