La Global Intern Coalition ha lanciato per lunedì 20 febbraio una mobilitazione mondiale per rivendicare i diritti dei tirocinanti.
L’iniziativa intende dare voce ai tanti giovani che lavorano senza essere pagati, per chiedere qualità e accessibilità dei tirocini.
In Italia, l’Unione degli Universitari ha aderito all’iniziativa.Elisa Marchetti, coordinatrice dell’Udu dichiara spiega i motivi: “abbiamo deciso di aderire e di partecipare alla mobilitazione, inserendola nel percorso della nostra campagna “Vogliamo diritti”.
“Gli studenti, specialmente per i tirocini curricolari che mancano di una normativa nazionale, pretendono di svolgere un’esperienza davvero formativa e di poterla affrontare con degli strumenti di sostegno e tutela adeguati”, prosegue Elisa Marchetti.
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“Per garantire la qualità dei tirocini è necessario mettere in piedi un sistema di monitoraggio che permetta di individuare e risolvere le situazioni di sfruttamento, in cui si è persa di vista la centralità dell’apprendimento. Serve un tutoraggio in grado di seguire il tirocinante e di trasferirgli conoscenze e competenze, ma anche servizi, rimborsi spese e una normativa chiara in materia di assistenza sanitaria, assenze e malattia.”
Conclude la coordinatrice dell’Udu: “Il Global Intern Strike di domani rappresenta per noi una tappa di un percorso più ampio, che vuole parlare del bilico in cui si trova la nostra generazione tra studio e lavoro. La nostra campagna proseguirà nella primavera e sarà fatta di proposte per riuscire a vedere un futuro finalmente oltre la precarietà e lo sfruttamento”.
Le rivendicazioni degli studenti universitari non sono molto distanti da quelle dei colleghi della scuola, dove gli investimenti del Governo sull’alternanza scuola-lavoro, per la quale è attesa a breve l’approvazione della legge delega ad hoc, non convincono gli allievi. E nemmeno le aziende, soprattutto del Sud, visto che sono spesso riluttanti ad accoglierli.
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