Il 20 novembre ricorre il 25° anniversario della Convenzione Internazionale sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenzaapprovata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1989 e successivamente ratificata da 193 stati nel mondo: in questa giornata un’attenzione particolare va rivolta ai tanti bambini con la sindrome di Down. Perché in Italia nasce down un bambino su 1.200. A ricordarlo è l’Associazione Italiana Persone Down (Aipd), che ricorda anche come grazie allo sviluppo della medicina e alle maggiori cure dedicate a queste persone, la durata della loro vita si è molto allungata. Così che si può ora parlare di un’aspettativa di vita di 62 anni, destinata ulteriormente a crescere in futuro.
Ma chi sono e come crescono i bambini Down? Il loro sviluppo avviene con un certo ritardo, ma secondo le stesse tappe degli altri bambini: camminare, iniziare a parlare, a correre e a giocare. Rimane invece comune a tutti un variabile grado di ritardo mentale, che si manifesta anche nella difficoltà di linguaggio, frequente tra le persone con sindrome di Down.
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La maggior parte dei bambini con sindrome di Down può raggiungere un buon livello di autonomia personale, imparare a curare la propria persona, a cucinare, a uscire e fare acquisti da soli. Possono fare sport e frequentare gli amici, vanno a scuola e possono imparare a leggere e scrivere. “Il percorso scolastico dei bambini con sindrome Down – spiega Nicola Tagliani dell’Aipd – con un adeguato supporto può essere molto utile per sviluppare una maggiore autonomia e la possibilità di una reale integrazione, sia nel presente sia nel futuro”.
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