Se non si riesce a stabilire una data precisa per la riapertura delle scuole, immaginarsi quella per la fine del mondo che è notoriamente più complicata e sicuramente più rumorosa, perché non si tratta di spostare qualche banco e di approntare le classi, ma di dare fondo a tutte le energie più potenti e disastrose dell’universo.
Sembra infatti che la vecchia data profetizzata dai Maya sulla fine del mondo del fatidico 21 dicembre 2012 si debba spostare di alcuni anni, fino al 21 giugno 2020, in pratica domani, domenica, nel giorno dedicato al Signore.
Un errore di lettura e di calcolo che gli esperti di catastrofisti, amici forse dei terrapiattisti, hanno commesso, non considerando, sicuramente per sbadataggine o per eccesso di zelo o per balordaggine conclamata, le differenze di data tra il calendario gregoriano, che è stato introdotto nel 1582, e quello giuliano, redatto da Giulio Cesare, in illo tempore. Questa svista avrebbe fatto perdere 11 giorni l’anno, che sommati uno per uno, come le lenticchie nel gioco della tombola, sposterebbe la data dell’apocalisse Maya proprio al 21 giugno 2020.
Attenzione dunque a domani, anche se, questi signori esperti, non sarebbero in grado di precisare l’ora esatta, se per esempio prima o dopo il pranzo domenicale o in coincidenza col telegiornale delle 20,00 o con la messa officiata in diretta dal Papa da San Pietro: non sappiamo, ma bisogna stare vigili.
A sostegno della loro tesi, gli studiosi fantasiosi dei calendari Maya, mettono sul piatto della colazione a base di “minchiate”, gli annuncia della natura, gli spot premonitori della grande tv dell’universo, come l’invasione delle cavallette in Kenya e Pakistan e pure la pandemia del coronavirus, tutte spie dell’imminente catastrofe planetaria.
Non sappiamo se anche la ministra della scuola, Lucia Azzolina, sia sta informata, ma se dovesse in effetti succedere, se cioè i nuovi calcoli catastrofisti fossero esatti, sarebbe bene che convocasse, il giorno dopo, vale a dire il 22 giugno, al ministero costoro per insignirli al merito della cultura matematica, astrologica e astrofisica, al contrario in altri termini di quanto accadde a quell’altro scienziato che inventò la costruzione del tunnel sotterraneo, come mattonelle baggiane, tra il Gran Sasso e la Svizzera per far passare i neutrini in tutta sicurezza.
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