Ancora una bacchettata alle famiglie italiane. A scagliarla sono stati, il 3 maggio, i promotori del progetto educativo ‘A scuola InForma’, realizzato da Modavi Onlus con il patrocinio del ministro della Gioventù e del Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del consiglio dei ministri, finalizzato a promuovere stili di vita attivi legati a una corretta alimentazione e alla pratica di attività sportive. Il risultato, che poi è solo una conferma, scaturito dallo studio è che i giovani fanno poco sport e che il 64% passa tre o più ore al giorno davanti alla televisione.
I numeri, illustrati a Roma, alla presenza del ministro Giorgia Meloni, non lasciano presagire grandi prospettive. Giuseppe Fatati, presidente della Fondazione Adi, ha spiegato che “tra le principali cause di sovrappeso e obesità c’è uno stile di vita sedentario che, unito a errate abitudini alimentari, purtroppo caratterizza sempre più giovani. In Italia, in media, il 22,9% dei bambini è in sovrappeso, mentre l’11,1% è addirittura obeso”.
Per questi motivi, attraverso la campagna di informazione si sta cerando di trasmettere un messaggio fondamentale, almeno nelle 40 scuole coinvolte, situate in 9 capoluoghi di provincia, frequentate da a 20.000 studenti dai 13 ai 18 anni: quello relativo al fatto che il rischio obesità è determinato non solo da un eccesso di calorie introdotte rispetto a quelle consumate, ma soprattutto, nell’età giovanile, da stili di vita sedentari, da una mancanza di esercizio fisico, che invece è fondamentale per la salute.
L’intervento previsto dal progetto si struttura in due fasi parallele. Una prima fase pedagogica prevede una lezione al mese rivolta ai docenti, agli alunni e ai genitori affidata a nutrizionisti e coadiuvata da uno psicologo. All’interno delle scuole verranno poi attivati sportelli informativi, curati anche questi da nutrizionisti, che una volta alla settimana forniranno consulenza ad alunni, genitori e personale scolastico in tema di alimentazione. Contemporaneamente, una fase ricreativa coinvolgerà i docenti che si occuperanno delle attività sportive e degli studenti, in un ciclo di lezioni tenute da sport trainer professionisti, per due ore a settimana, con corsi non abitualmente praticati all’interno delle scuole, come l’atletica e il basket.
“Una non corretta alimentazione – ha detto Irma Casula, presidente del Modavi Onlus – causa malattie degenerative di diverso tipo ed è indubbiamente un fenomeno molto diffuso nella società occidentale. Anche l’Italia, culla della dieta mediterranea, sta iniziando a conoscerlo Per prevenire la diffusione di questo tipo di fenomeno è necessario lavorare su una maggiore e più corretta informazione delle modalità di consumo degli alimenti, contrastando stili di vita non sani e, al contempo, le cosiddette diete improvvisate”.
“E’ importante – ha sottolineato Carla Favaro, specialista in Scienze dell’alimentazione – attivare nelle aree più colpite da sovrappeso e obesità programmi che promuovano uno stile di vita attivo, associato a una corretta alimentazione. Sovrappeso e obesità, infatti, sono fattori di rischio per numerose patologie croniche, e dal momento che nella maggior parte dei casi gli adolescenti obesi saranno in conflitto con la bilancia anche da adulti, è importante educarli a stili di vita sani sin da subito”. Sul tema è intervenuta anche la psicologa e psicoterapeuta Maria Rita Parsi: “soprattutto durante l’adolescenza – ha detto – i problemi nutrizionali sono legati a doppio filo con questioni di tipo psicologico. I ragazzi in sovrappeso possono sentirsi esclusi dai propri coetanei, a un’età in cui l’inclusione è così importante, e ciò potrebbe portarli a peggiorare ulteriormente il loro rapporto col cibo”.