Il Coordinamento nazionale docenti della disciplina dei Diritti umani, in occasione del 25 aprile, festività istituita con Legge 27 maggio 1949, n. 260, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale 31 maggio 1949, n. 124, intende ricordare l’anniversario della liberazione del Paese dai soldati tedeschi e della repubblica di Salò, invitando le scuole di ogni ordine e grado a far riflettere gli studenti sulle violazioni in tema dei Diritti umani, perpetrate durante la Seconda guerra mondiale, partendo proprio dalla divulgazione di fatti storici inerenti al tema particolarmente significativi, quali gli eccidi (eccidio di Bassano del Grappa, impiccagione di 32 persone; eccidio di Sant’Anna di Stazzema, fucilazione di massa, 560 di cui 130 bambini; eccidio di Schio, 54 persone uccise a colpi di mitraglia, tra cui 14 donne; etc.), con la finalità di tramandare alle giovani generazioni il nostro passato e suscitare ferma condanna e indignazione per qualsiasi forma di crudeltà (tortura, deportazione, stragi), nonché per la guerra in generale, che ne è la massima espressione.
Il Coordinamento propone altresì in tale circostanza la lettura dell’art. 11 della Costituzione italiana, il quale ripudia esplicitamente la guerra come strumento di offesa, ed evidenzia quanto contenuto nel Preambolo e nella Proclamazione della Dichiarazione universale dei Diritti Umani.
Bisogna trasmettere ai giovani la speranza di vivere in un mondo giusto e libero, alieno da conflitti e da sperequazioni disumane. Solo attraverso la pace si possono affermare il concetto di solidarietà e di progresso sociale. Condannare ogni tipologia di dittatura atta a reprimere la libertà individuale e la giustizia diventa prioritario. Promuovere la dignità umana e la crescita sociale per combattere ogni forma di discriminazione e disagio è l’obiettivo del terzo millennio. Impariamo dagli errori del passato per costruire un futuro foriero di sviluppo e serenità.
“Apprendere che nella battaglia della vita si può facilmente vincere l’odio con l’amore, la menzogna con la verità, la violenza con l’abnegazione dovrebbe essere un elemento fondamentale nell’educazione del bambino” (Mahatma Gandhi)
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